L’omofobia attanaglia moltissime famiglie che stentano ad accettare l’omosessualità dei propri figli. Questa realtà accomuna purtroppo il sud ed il nord dell’Italia. Nel 2016 nasce a Roma la prima casa di accoglienza temporanea per persone gay, lesbiche, bisex e trans vittime di maltrattamenti in famiglia. Il suo nome è Refuge LGBT, in riferimento all’associazione francese Refuge che si occupa delle case famiglia aperte ad accogliere questi giovani vittime di discriminazioni.
Attraverso Refuge LGBT, si offrono una serie di trattamenti alle persone LGBT ospiti della Casa, come si legge nel sito ufficiale di Gay Center e Croce Rossa: “Si tratta in realtà di supporto psicologico, volto al superamento del disagio per un sereno reinserimento familiare e sociale. Sono garantiti un supporto legale, a tutela dei diritti della persona ospite, un orientamento scolastico, per migliorare e sostenere l´integrazione nel percorso scolastico e universitario, un orientamento professionale per facilitare il percorso lavorativo o l´introduzione al mondo del lavoro. È offerta inoltre una mediazione con gli assistenti sociali, per facilitare l´utilizzo e l´accesso ai servizi sociali, una mediazione culturale, per supportare e migliorare l´inclusione nel contesto sociale. Una mediazione familiare, infine, volta alla possibilità di miglioramento dei rapporti familiari”.
In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, celebrata il 17 maggio scorso, la vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia Mara Carfagna è andata a fare visita a questi ragazzi, ai quali ha rivolto queste parole: “La lotta contro le discriminazioni deve essere un impegno comune, un tema che unisce il Paese al di là delle differenze politiche. Di fronte a queste vulnerabilità è compito delle istituzioni dare risposte concrete, facendo in modo che nessuna ragazza e nessun ragazzo in Italia venga lasciato solo”. I fondi, tuttavia, sono scarsi, ed una sola struttura in Italia non è sufficiente per accogliere i tanti giovani maltrattati a causa dell’omofobia. I casi di aggressione nei confronti di ragazzi omosessuali divengono molto frequenti. Le vittime[SV1] spesso non sono dichiarate come lesbiche e gay e non sono sostenute dalla famiglia e dalla società in generale, per questo sono molto restie a denunciare. Ci sia dunque la volontà, da parte dei nuovi governanti, di mettere tra i punti programmatici una legge contro l’omofobia perché l’Italia sia considerato un Paese pienamente civile.