Il settimo principio della Danza dell’Essere è l’Unità tra corpo, anima e spirito che si manifesta nel movimento generato dalla connessione dell’Hara con il cuore e la coscienza.
In tutte le tradizioni antiche il corpo è considerato il veicolo terrestre dell’anima che è la nostra scintilla divina proveniente dalla Fonte d’amore e di luce universale. Infatti nei templi sacri le sacerdotesse, attraverso riti e danze sacre, divenivano il canale dell’espressione divina sulla terra.
Secondo i principi, tutto è energia e tutto è interconnesso; quando danziamo liberi dal mentale, guidati dall’anima, il nostro corpo diviene la manifestazione del movimento di vita incessante e persistente in ogni micro particella e in tutte le galassie dell’universo. La religione “materialista” che domina l’occidente ha indotto la separazione tra il corpo e lo spirito, tale da identificarci unicamente nella materia riconoscendo lo spirito come un’entità esterna e superiore al nostro stesso essere. Questa scissione ci ha allontanati sempre di più dalla nostra fonte divina interiore e dall’ascolto della nostra anima e coscienza. Viviamo ormai in una società pienamente materialista che si riconosce in tutto ciò che proviene dall’esterno e agisce in funzione di una pseudo-realtà al servizio dell’Ego.
Già negli anni ‘20, Isadora Duncan annunciava l’avvento di una danza altamente spirituale come al tempo degli antichi greci: “Un’arte che non è spirituale, non è un’arte, è una merce qualunque”. L’arte e l’ispirazione per essere autentiche devono giungere dal cuore e non dalla mente. Il corpo è lo strumento dell’anima, la quale giunge sulla Terra per fare esperienza e condurci alla consapevolezza di Essere tutt’Uno con lo spirito.
La pratica della danza dell’essere ci permette di identificarci sempre di più in questa fusione tra corpo, anima e spirito attraverso un processo graduale di risveglio coscienziale.
Tale risveglio avviene simultaneamente nei tre centri energetici principali: l’Hara, il cuore e la corona (sesto e settimo chakra).
L’Hara, è la nostra matrice di vita che ci ancora alla Terra. Da questo punto, detto zero, possiamo abbandonare ogni forma d’espressione esteriore, tecnica, mentale e lasciare che il movimento nasca dall’interno, dalla spinta della forza primordiale. Il movimento generato da questa energia vitale è il più autentico, spontaneo e naturale.
Il cuore è il centro delle nostre emozioni e sentimenti, che possiamo esprimere e trasformare attraverso la danza per accedere ad una sfera emozionale più sottile e sublime. Isadora diceva: “La danza deve esprimere i sentimenti più nobili e profondi dell’anima umana, quelli che ci arrivano dagli dei”. Quando danziamo a cuore aperto, la nostra vibrazione si eleva alla frequenza dell’amore universale e dell’Essere divino.
La corona è l’occhio della coscienza, situata nel sesto e settimo chakra, che ci apre la porta al cielo. In connessione con la coscienza della nostra corona possiamo contattare tutte le energie dell’universo e farci attraversare dallo spirito. Il movimento e i gesti guidati dalla nostra intuizione e ispirazione divina creano una danza trascendentale e sublime. In questo stato di coscienza, dove la dualità si annulla nell’Unità del corpo con l’anima e lo spirito, la danza si sacralizza.
L’uomo, nella sua verticalità Terra-Cielo con le braccia aperte in posizione orizzontale simboleggia la croce e il cuore ne è il centro. Affinché la nostra danza sia in linea con il nostro Essere, è necessario rimanere ancorati alla Terra, in equilibrio sul nostro asse con i piedi sulla terra e la corona connessa al cielo. In effetti, solo quando il nostro corpo è ben radicato alla Terra attraverso il nostro Hara, che possiamo aprire la porta del nostro cuore spirituale e accedere al nostro Essere di luce.
“Con la danza dell’essere possiamo ritrovare il contatto con la parte più intima e più elevata in noi. È un ritorno alla Fonte di tutto le cose. Noi diveniamo un tratto di unione, un pilastro che permette alla luce divina di discendere nel nostro corpo per trasfigurarla, spiritualizzarla e così spiritualizzare la materia intorno a noi. Noi diveniamo chi siamo: un Essere di luce incarnato in un corpo di carne, un tessuto di luce.” – estratto dal libro “La Danse de l’Être” di Fabienne Courmont.
(Photo credit Sotiris Zafeiris)