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Uno Stato biscazziere e gli Italiani incoscienti.

Definirei le varie riffe gestite dal monopolio di Stato una vera e propria tassa “volontaria” da far pagare ai poveracci. Riuscirà, qualcuno, ad estirpare agli italiani la ludopatia? Da fumatore, a volte, capita di scambiare quattro chiacchiere con il tabaccaio che, vis a vis, confessa come la maggior parte dei gratta e vinci verrebbe da lui venduta, nelle prime ore del mattino.

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La clientela? Per la maggior parte donne che, prima di fare la spesa, tentano la fortuna con il risultato di perdere buona parte della cifra dedicata agli acquisti dei beni di prima necessità. Lo stesso tabaccaio, mi raccontava che, solitamente le casalinghe escono di casa con una ventina di euro, e, dopo averne perso più della metà, si vedono costrette a rivedere cosa far da mangiare. Quelle poche volte che riescono a vincere cifre irrisorie le reinvestono in altri tagliandi per uscirne più povere di prima.

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Secondi in classifica risultano essere i disoccupati, i nullafacenti ed i pensionati. Vizio o illusione di veder moltiplicare i pochi euro a loro disposizione? Andando avanti nell’inchiesta facevo caso come in alcuni ipermercati, gli stessi tabaccai, avevano fatto montare apparecchi elettronici distributori “di sogni”. Probabilmente, gli stessi, non vorrebbero essere disturbati nello svolgimento del loro lavoro quali puntate al lotto, enalotto, superenalotto o 10 e lotto. Pensate che a quest’ultima riffa si può giocare in diretta oppure online quotidianamente ogni 5 minuti. Una tentazione costante e ripetitiva. Io accuserei i monopoli di circonvenzione di incapace (art. 643 c.p.) Uno “Stato” accattone e irrispettoso, che, pur di racimolare denaro, non si preoccupa dei danni che queste fottutissime lotterie procurano.

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I mariti delle ignare casalinghe bivaccano per ore ed ore nelle tante sale giochi, spuntate come funghi, o bet point dove si scommette di tutto e su tutto. A completare il tutto le tante sale bingo, attrezzate con macchinette mangiasoldi, sempre affollate da clienti affetti dal vizio del gioco d’azzardo. Qualcuno potrebbe confutarmi questo pensiero con la solita frase: …vuol dire che i soldi ci sono…!

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Sono fermamente convinto che la soluzione di questo busillis sia tutta nei negozi “compro oro”, sempre affollati di gente, che pur di racimolare soldi si stia svendendo gli ultimi “ricordi”. Forse i più cari. Personalmente, in mattinata, ho contato più di settecento tagliandi perdenti del gratta e vinci che giacevano nel cestino della carta straccia di una sola tabaccheria del centro, per un valore non inferiore ai 4.000 euro. Non conoscendo il numero preciso delle rivendite autorizzate su scala nazionale, vi invito a fare qualche calcolo. Mi chiedo dove vadano a finire tutti questi euro visto che l’I.N.P.S. è alla canna del gas e il nostro debito pubblico aumenta di ora in ora.

Altro che misteri della fede!

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Data:

3 Dicembre 2014