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Usa-Cina, Kissinger: “Siamo sull’orlo di una Guerra Fredda”

Usa-Cina, Kissinger: “Siamo sull’orlo di una Guerra Fredda”

Gli Stati Uniti e la Cina devono impegnarsi per superare le tensioni e le differenze reciproche perché al momento si trovano sull’orlo di una Guerra Fredda. E’ quanto ha detto Henry Kissinger nel suo intervento al New Economy Forum a Pechino.

“E’ specialmente importante, a mio parere, che un periodo di relativa tensione sia seguito da uno sforzo esplicito per capire quali siano le cause politiche e l’impegno per entrambe le parti per superarle”, ha detto nel suo intervento, secondo quanto riporta Bloomberg, il 96enne ex segretario di Stato che è stato il primo, al fianco di Richard Nixon, ad aprire il dialogo tra Washington e Pechino.

“Non è assolutamente troppo tardi per farlo, perché siamo ancora sull’orlo di una Guerra Fredda”, ha poi aggiunto. In particolare, Kissinger ha esortato le parti a raggiungere un accordo che superi la guerra commerciale in corso da mesi e che sta avendo effetti economici molto negativi. “Tutti sanno che i negoziati commerciali, che io sostengo e spero abbiano successo, possono essere solo un piccolo inizio di discussioni politiche che i spero possano avere luogo”.

Israele, Netanyahu incriminato per corruzione

Il procuratore generale israeliano, Avichai Mandelblit, ha annunciato l’incriminazione del primo ministro Benjamin Netanyahu per corruzione. Il procuratore ha deciso di procedere per tutti i tre casi che vengono contestati al leader del Likud, per accuse che comprendono tangenti, frodi ed abuso di fiducia.
L’incriminazione è un duro colpo alle speranze di rimanere in carica di Netanyahu che ha sempre definito le accuse come parte di una caccia alle streghe contro di lui, attaccando media, polizia, procuratori e sistema giudiziario.

Netanyahu ha definito le incriminazioni “un tentativo di golpe”. “Stiamo assistendo ad un tentativo di portare avanti una rivoluzione giudiziaria”, ha detto nella dichiarazione fatta dopo l’annuncio del procuratore generale, denunciando un “processo corrotto da interessi stranieri teso a rovesciare un primo ministro di destra”. Nel discorso trasmesso in televisione, Netanyahu, che è il primo premier in carica ad essere incriminato per corruzione in Israele, si è detto vittima di un vero complotto di cui sarebbero partecipi magistratura e polizia. “Bisogna essere ciechi per non vedere che qualcosa di cattivo sta avvenendo con la polizia e i procuratori – ha detto – perché questa sera stiamo assistendo ad un tentativo di golpe contro il primo ministro attraverso menzogne e indagini di parte”. “Io non permetterò che le bugie vincano, io continuerò a guidare il Paese, secondo la lettera della legge”, ha poi affermato riferendosi al fatto che la legge non gli impone di dimettersi perché incriminato. E poi ha lanciato accuse alla sinistra: “Io, a differenza dei miei avversari di sinistra, voglio il libero mercato ed ampiezza di opinioni sui media – ha affermato Netanyahu – io sono un primo ministro che crede in un Israele forte e non in un Paese piccolo e debole che si inchina davanti agli altri”.

La decisione di Mandelblit arriva dopo due settimane di audizioni dei legali dei primo ministro per discutere le accuse di corruzione per tre distinte vicende. Nel cosiddetto caso 1000, Netanyahu è accusato di avere ricevuto regali sotto forma di casse di sigari e champagne da amici miliardari in cambio di favori politici. Nel caso 4000, l’accusa è di aver varato regolamenti favorevoli alla compagnia di telecomunicazioni Bezeq, in cambio di una copertura a lui favorevole da parte del sito Walla, il cui editore Shaul Elovitch è anche maggiore azionista della Bezeq. Infine, nel caso 2000, Netanyahu avrebbe chiesto una copertura giornalistica a lui favorevole sul quotidiano Yedioth Ahronot, in cambio di misure economicamente dannose per un giornale rivale.

La legge israeliana non richiede che il premier incriminato si dimetta fino all’eventuale condanna. Il fatto è che la decisione del procuratore arriva dopo che sia Netanyahu che il suo rivale Benny Gantz hanno fallito nel tentativo di formare una coalizione di governo dopo le elezioni di settembre.

E dopo la rinuncia di ieri del leader del partito Blu e Bianco, il ora tempo fino all’11 dicembre per qualunque dei 120 parlamentari della Knesset per ottenere l’appoggio di almeno 61 colleghi ad una nomina all’incarico di premier. Ora Netanyahu ha ora 30 giorni per chiedere l’immunità alla Knesset. In passato i suoi alleati hanno assicurato che si sarebbero battuti per questa, ma in questa situazione di grande incertezza politica non è chiaro se questo sarà possibile.

Terremoto in Thailandia, scossa di 6.4

Un sisma di magnitudo 6.4 è stato registrato questa mattina nel nord della Thailandia, in una zona di confine con il Laos, ed è stato avvertito nella provincia di Nan. Il direttore generale del Dipartimento meteorologico thailandese ha parlato in tv di oltre un centinaio di scosse più o meno intense avvertite a partire dalle 23 ora locale. La scossa maggiore, quella appunto di magnitudo 6.4, è stata appunto registrata alle 6.50 di questa mattina e l’epicentro è stato localizzato a tre chilometri di profondità.

Il terremoto è stato avvertito anche nella capitale Bangkok, mentre la televisione thailandese ha diffuso immagini di case danneggiate nella provincia di Nan. La polizia di frontiera ha disposto la chiusura delle scuole. Mostrata in tv anche una crepa nel tetto della sala di un tempio di 500 anni fa nella provincia di Nan.

Abusi, mandato di arresto per vescovo Zanchetta

Mandato di cattura internazionale della magistratura argentina nei confronti del vescovo di Oran, monsignor Gustavo Zanchetta, accusato di abusi sessuali continuati, con l’aggravante di essere un religioso, nei confronti di due seminaristi. Lo hanno reso noto fonti della Procura di Salta. Zanchetta è considerato vicino a Papa Francesco, che nel 2017 lo aveva nominato consigliere di Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica.

Lo stesso Pontefice nel maggio scorso aveva dato luce verde al processo canonico nei confronti del monsignore che, se trovato colpevole, dovrà lasciare l’abito talare.

La Procura ha emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti di Zanchetta dopo che il vescovo non ha risposto a ripetute telefonate e email – al numero ed all’indirizzo da lui forniti in agosto – per notificargli gli atti processuali e dopo aver spostato il suo domicilio in Vaticano.

Secondo alcune fonti citate dal quotidiano “Clarin”, il monsignore potrebbe trovarsi a Roma. Zanchetta era stato denunciato il 6 febbraio scorso da un giovane che aveva rivelato di essere stato vittima di “episodi a sfondo sessuale” da parte di colui che “esercita le funzioni di vescovo della diocesi di Oran” a partire dal 2017 all’interno del seminario Juan XXIII. Qualche giorno dopo un secondo seminarista lo aveva denunciato per abusi e condotta inappropriata, all’interno della canonica San Antonio, nello stesso seminario. La procura di Salta sta indagando inoltre il vescovo anche per “abuso di potere e cattiva gestione dei fondi” del vescovado.

Ritrovata la 22enne italiana scomparsa a Barcellona

Ilenia Cucchi, la 22enne di Talamona (Sondrio) di cui si erano perse le tracce da una settimana a Barcellona, è viva, ma al momento si trova in ospedale. E’ stata ritrovata dai familiari, volati in Spagna per cercare notizie della ragazza. Ad annunciarlo è stata due ore fa la cognata di Ilenia, Ramona Pisani, che conferma all’Adnkronos quanto scritto sulla sua pagina Facebook. Alla giovane, dice, “è stato fatto del male, ma di più non posso dire”. Secondo quanto ricostruito, la ragazza dovrebbe aver subito un’aggressione per strada. Domani, il fratello e la mamma, che sono stati aiutati dalla polizia di Barcellona nelle ricerche, dovrebbero riuscire a vedere la giovane, ricoverata in una clinica fuori da Barcellona.

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22 Novembre 2019