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USA: LA CAMERA VOTA PER VIETARE TIKTOK

Negli Stati Uniti è guerra a TikTok: Biden si schiera contro, Trump a favore. È quindi l’America divisa anche sull’argomento “social network”? Probabilmente no, visto che la stragrande maggioranza della Camera, ben 352 deputati, appartenenti alle fila tanto democratiche quanto repubblicane, ha votato l’altro giorno per mettere al bando, dal Paese a stelle e strisce, la popolarissima piattaforma video cinese, per la tutela della sicurezza degli stessi americani. La questione sollevata tra i banchi di Capitol Hill si fonda sulla protezione dei dati personali, posti nelle mani di società cinesi. “Non contestiamo TikTok in sé, ma la sua proprietà” ha chiarito Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale. A fare eco a queste dichiarazioni sono state le parole di Mike Johnson, speaker della Camera, per il quale è stata data “dimostrazione dell’opposizione del Congresso ai tentativi della Cina comunista di spiare e manipolare gli americani”.

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Proprietaria di TikTok è l’azienda cinese ByteDance e si teme che il governo di Pechino possa mettere le mani direttamente sul social network, ovvero sui dati che esso conserva, poiché la legislazione di quel Paese non tutelerebbe a sufficienza la riservatezza e i diritti degli utenti da ingerenze governative. La richiesta americana è pertanto semplice: ByteDance deve vendere, altrimenti TikTok sarà bannata dagli USA. Sempre che il Senato, cui spetta ora la seconda parola, approvi questa legge. Biden ha messo già le mani avanti, affermando che firmerà senza batter ciglio il provvedimento qualora definitivamente approvato, attirando le immaginabili ire di Trump che, a seguito di un’eventuale chiusura di TikTok, prevede una migrazione di massa verso Facebook, social network che ha definito “nemico del popolo che ha fatto molto male a questo Paese”. Anche se, dietro queste parole, vi sono i personali risentimenti per le note vicende legate all’assalto proprio di Capitol Hill del 2021, quando all’epoca i principali social network bannarono proprio le comunicazioni del tycoon.

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La reazione di Pechino non si è fatta attendere. Sul piano politico, il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ritiene che questo provvedimento sia solo una tutela delle aziende americane che non riescono a competere, mentre il portavoce del ministero del Commercio He Yadong ha invocato il rispetto che gli Stati Uniti dovrebbero avere “dei principi di un’economia di mercato e di concorrenza leale”, smettendo di “reprimere ingiustamente le società straniere”. Quel che è certo è il danno economico che milioni di stessi americani, sia in qualità di influencer e creatori di contenuti su quella piattaforma, che di meri investitori, subirebbero dalla cancellazione di TikTok, con perdite stimate in milioni di dollari. Wang Wenbin ha esplicitamente indicato queste conseguenze, soffermandosi sul fatto che l’esclusione di TikTok dal mercato americano “si ritorcerà inevitabilmente contro gli Stati Uniti”. “Il governo americano sta cercando di privare 170 milioni di persone del loro diritto costituzionale alla libertà di espressione. Questa misura danneggerà milioni di business, priverà gli artisti di una platea e distruggerà la vita di tantissimi creativi in tutto il Paese”, ha infatti specificato. Nel frattempo Steve Mnuchin, ex segretario al Tesoro statunitense, ha dichiarato di star mettendo in piedi una cordata di investitori per acquistare il social network e porlo definitivamente in mani americane. Se la notizia è stata diffusa senza un supporto concreto, quantomeno circa possibili nomi di imprenditori interessati, un eventuale passaggio di proprietà in questi termini porrebbe gli Stati Uniti nel pressoché monopolio della comunicazione mondiale.

Data:

15 Marzo 2024