Le elezioni di Midterm americane hanno dato il loro esito: non c’è stata l’ondata rossa prevista dai media e dai sondaggi. I repubblicani incassano quindi una vittoria a metà, se non addirittura una sconfitta. Presa, com’era prevedibile, la Camera nonostante manchino ancora l’esito di Arizona e Nevada, oltre al ballottaggio della Georgia in programma il 6 dicembre. Questo ramo del Parlamento è stato sì conquistato dai repubblicani ma con pochissimi seggi, forse una decina o anche meno, ma la vera debacle per Trump e i suoi è arrivata al Senato. I democratici sono riusciti a mantenere il controllo del Senato per altri due anni grazie alla cruciale vittoria di Catherine Cortez Masto in Nevada. Così se da un lato il tycoon e i repubblicani prendono per pochissimo la Camera, dall’altro Biden e i democratici esultano per aver mantenuto il Senato.In parallelo a queste fondamentali elezioni di medio termine però, molti cittadini statunitensi hanno dovuto votare anche per alcuni referendum. Tre erano le tematiche principali messe al voto: la cannabis, l’aborto e la schiavitù.
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Riguardo alla legalizzazione della cannabis sono stati 5 gli Stati andati al voto: Arkansas, Maryland, Missouri, North Dakota e South Dakota. In questa tornata elettorale sono stati i cittadini di Maryland e Missouri ad aver approvato la legalizzazione della marijuana ricreativa per gli adulti. I due Stati si accodano alla crescente lista di 21 Stati federali americani che hanno legalizzato la cannabis. Caso a parte il Colorado, dove ha vinto il “sì” per la legalizzazione di alcune droghe psichedeliche. Altro tema molto sentito in questo periodo ed andato a referendum in quattro Stati, ossia California, Michigan, Montana e Vermont. In Michigan e Vermont è stato quello dell’aborto. Nello specifico veniva chiesto agli elettori se volessero inserire il diritto di aborto nella legge statale, mentre il Kentucky ha domandato se si dovesse modificare la costituzione dello Stato per affermare esplicitamente che non garantisce il diritto all’aborto.I cittadini di California, Michigan e Vermont hanno approvato le misure elettorali per proteggere i diritti all’aborto, mentre Kentucky e Montana hanno respinto ogni emendamento.
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Gli elettori dell’Alabama, Louisiana, Oregon, Tennessee e Vermont hanno invece dovuto decidere se eliminare il linguaggio nelle loro costituzioni che consentiva la schiavitù e la servitù involontaria come forme di punizione nelle carceri, un’eccezione al 13esimo emendamento che l’ha abolita più di 150 anni fa. Alcuni Stati del sud, fatta eccezione della Louisiana, hanno ufficialmente abolito la schiavitù in tutte le sue forme, votando quindi per modificare le proprie costituzioni statali. A queste tematiche di maggior rilievo mandate al referendum in alcuni Stati, vi sono state anche tornate elettorali su altri argomenti. Nel piccolo Stato costiero del Rhode Island i voti dei cittadini hanno ufficializzato il nuovo nome in“State of Rhode Island and Providence Plantations”, un chiaro riferimento alle storiche piantagioni dei primi coloni in cui erano impiegati numerosi schiavi al solo Rhode Island. Infine in Alaska e Massachusetts due proposte di riforma del sistema elettorale sono state bocciate dagli elettori. In entrambi gli Stati l’emendamento avrebbe introdotto il voto alternativo in tutte le consultazioni.