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USA – Trump e Musk mirano a cancellare l’UsAid

La politica di riforme e di cambiamento delle priorità americane, secondo il programma politico del neopresidente Donald Trump, a quanto pare prevede il depennamento anche dell’UsAid, la nota agenzia governativa indipendente che gestisce gli aiuti esteri civili degli Stati Uniti.

Fondata nel 1961 dal presidente John F. Kennedy, l’UsAid promuove la stabilità globale attraverso lo sviluppo economico, l’assistenza umanitaria e il supporto ai governi stranieri. Al netto delle critiche ricevute nel corso di tutti questi anni, fondate sulla scarsa trasparenza, l’inefficienza di alcuni progetti e sull’uso improprio quale strumento di influenza geopolitica, l’UsAid ha prodotto aiuti consistenti in svariati campi umanitari. Nel 2023 ha fornito, da sola, il 42% di tutti gli aiuti controllati dall’ONU, distribuendo ben 72 miliardi di dollari in tutto il mondo. Tra i suoi risultati figurano gli aiuti alle donne nelle zone a rischio carestia o le cure per la prevenzione dell’Aids, specie in paesi africani.

Da oggi, dell’UsAid potrebbe restare solo un ricordo. “È gestita da un gruppo di pazzi estremisti di sinistra radicali”, ha dichiarato Trump con il supporto del fidato Musk che, da parte sua, ha rincarato la dose: l’UsAid “non è solo un frutto bacato, è senza speranza. Dobbiamo liberarci di tutta la baracca: deve scomparire.”. La sua messa al bando appare diretta conseguenza dei primissimi ordini esecutivi firmati dal tycoon lo scorso 20 gennaio, subito dopo il suo insediamento, tra i quali emerge quello sul congelamento dei fondi per gli aiuti all’estero, e certamente 72 miliardi di dollari sono una buona somma da recuperare.

La diarchia statunitense prende forma: Trump, alla stampa, aveva esposto la sua volontà di voler licenziare tutti i dipendenti dell’UsAid, in attesa di prendere una decisione sul futuro dell’agenzia. Musk aveva sostenuto l’idea, qualificandola persino “un’organizzazione criminale che svolge il lavoro sporco della CIA” e che si adopera per la “censura di internet”. Una delle sue affermazioni sull’argomento ha anche sconvolto l’opinione pubblica: “Sapevate che con i soldi dei contribuenti l’UsAid ha finanziato la ricerca sulle armi biologiche, tra cui il Covid?”.

All’interno della macchina organizzativa dell’agenzia regna il “caos totale”, secondo quanto riferito da alcuni dipendenti che hanno chiesto di mantenere l’anonimato. Sono stati tutti invitati a non presentarsi a lavoro, ma di restare a casa “in attesa di ulteriori direttive”. Il sito internet dell’UsAid è stato oscurato, così come tutti i profili social, la sede di Washington è stata chiusa ed i loghi e tutti i riferimenti al lavoro svolto in tutti questi anni sono stati rimossi dalle pareti dell’edificio. Non basterà lo scoglio giuridico del Congresso, cui spetta l’ultima parola sull’abolizione dell’UsAid o sul suo passaggio sotto il controllo del Dipartimento di Stato, la decisione sembra essere stata già presa e in un modo o nell’altro verrà attuata. In fondo Musk “È un grande tagliatore di costi. A volte non siamo d’accordo e non andiamo dove vuole andare”, ha riferito Trump sulla vicenda, “ma penso che stia facendo un ottimo lavoro”. 

Elon Musk, a capo del nuovo Department of Government Efficiency (DOGE), sembra partito col piede giusto nello svolgimento del compito assegnatogli, consistente non solo nel porre in primo piano l’obiettivo dell’America First di fede trumpiana, quanto nel ridurre immediatamente le grosse uscite di cassa, da buon imprenditore. Gode di piena fiducia da parte del presidente e, qualora la sua influenza dovesse vacillare, saranno i conti e il rispetto del paradigma destroide a fare ravvedere Trump, convinto di avere accanto, in fondo, un fedele alleato e un mero esecutore. Gli interessi perseguiti saranno alla fine quelli propri di Musk, che non aspettava altro di insinuarsi nella più grande economia mondiale, con l’obiettivo di soddisfare nuove e insperate ambizioni.

Data:

4 Febbraio 2025

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