Vaccini, monito dell’Ue
Il dibattito sulle vaccinazioni per i bambini dovrebbe essere “razionale”, non basato su “fake news e teorie fuorvianti”, perché ciò che conta è “salvare le vite dei bambini”. Parola del commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis, che in conferenza stampa a Bruxelles risponde così a una domanda sulla posizione del governo italiano in materia di vaccinazioni.
“La mia risposta è semplice – afferma il commissario – se fossi un membro del governo italiano”, direi “per favore, non create divari tra Bruxelles e l’Italia, perché aiuta a rafforzare l’euroscetticismo. Sono anche responsabile del problema di come salvare le vite dei bambini: non importa se in Lituania o in Italia. Ed è assolutamente inutile – continua – avere solo dibattiti, dibattiti, dibattiti: servono azioni, non dibattiti. Ora, la domanda alla società è semplice: volete basarvi sulle fake news o dibattere teorie fuorvianti o siete pronti a salvare le vite dei bambini?“.
“E ora – prosegue Andriukaitis – quelle persone sono responsabili: facciamo un lavoro migliore. Siamo pronti ad assistere, per vedere come possiamo proteggere le vite dei bambini e aiutare l’Italia a raggiungere livelli di copertura più elevati. Quello – continua il commissario europeo – è il segnale da mandare ai genitori italiani, alla società italiana, ai parlamentari italiani e a tutti noi, inclusa la Lituania, la Polonia e tutti i Paesi. E’ sempre molto strano vedere certi dibattiti, aiuta a creare euroscetticismo, niente di più. Dobbiamo avere un dibattito razionale, con posizioni razionali, per raggiungere il nostro obiettivo. Sì, l’Europa libera dal morbillo è il nostro obiettivo comune, è il nostro dovere a livello di Organizzazione Mondiale della Sanità. Facciamo quello che possiamo”, aggiunge Andriukaitis.
Secondo il commissario Ue alla Salute, la “discussione” sull’obbligatorietà o la volontarietà delle vaccinazioni per i bambini “è artificiosa”. “Non sta ai politici – osserva – decidere qual è il metodo migliore, sta agli epidemiologi“. “Ho avuto discussioni con il nuovo governo” italiano, “con il nuovo ministro – spiega il commissario europeo – e abbiamo parlato di tutte le possibilità per raggiungere il tasso maggiore possibile di bambini vaccinati. E’ assolutamente inutile discutere sull’obbligatorietà o sulla volontarietà” dei vaccini.
“E’ chiarissimo – prosegue – se c’è un problema di epidemia, usate gli strumenti che sono più efficaci. Se si possono utilizzare strumenti” caratterizzati dalla “volontarietà, come nei Paesi Bassi, che garantiscono il 97%-99%” di copertura, “allora facciamolo. Ma se non si possono utilizzare, allora usiamo l’obbligatorietà”. Obbligatorietà e volontarietà delle vaccinazioni “non sono – precisa Andriukaitis – alternative l’una all’altra. Non sta ai politici decidere se deve essere volontaria o obbligatoria: sta agli epidemiologi, ai medici, agli scienziati, agli immunologi, dare consigli e vedere che cosa è meglio fare per aumentare le coperture”.
“Vedo strane narrative dappertutto – prosegue il commissario lituano – possiamo usare l’obbligatorietà, la volontarietà, schemi diversi, una combinazione delle due cose. Come sappiamo, ci sono professioni in cui la vaccinazione è obbligatoria. Io, come cardiochirurgo, mi vaccino perché è obbligatorio e devo proteggere i miei pazienti. E i dentisti idem”. “Il problema principale – aggiunge – è che siamo responsabili per la protezione delle vite dei bambini, della salute dei bambini e di garantire il massimo accesso possibile alle cure. Questa è la questione. E’ una vergogna se abbiamo morti di bambini dovute al morbillo: l’Europa non è libera dal morbillo: il nostro dovere è di essere liberi dal morbillo entro il 2020″. “Che cosa stiamo facendo, tutti insieme, Parlamenti e governi di tutti gli Stati membri” per raggiungere quell’obiettivo? “E’ una discussione artificiosa. Sta agli epidemiologi, agli scienziati decidere quale metodo è il migliore. Perché qui si tratta della sicurezza dei bambini”, conclude Andriukaitis.
Ringraziamento, la festa più pericolosa d’America
Non è un caso se fra migliaia di film e serie Tv di produzione statunitense che inondano i palinsesti di tutto il mondo, immancabile si può intercettare la scena in cui qualcuno brucia il tacchino e manda a rotoli i festeggiamenti per il Giorno del Ringraziamento. E’ ormai quasi parte dell’iconografia a stelle e strisce. Sarà perché il pennuto simbolo – per via delle dimensioni importanti – è fra i più ardui da cucinare; sarà che un brindisi tira l’altro e poi, dopo i bagordi, tocca prendere l’auto per tornare a casa, ma ora ci pensano le statistiche a incoronare definitivamente il ’Thanksgiving Day’ come la festività più pericolosa d’America. Il giorno in cui qualcosa matematicamente va storto.
I numeri, di cui il ’Daily Mail’ offre una carrellata mentre milioni di americani oggi giovedì 22 novembre si preparano a far festa, fotografano picchi di incidenti automobilistici e di incendi domestici, casi di intossicazione alimentare e persino di pet che finiscono stesi sul lettino del veterinario per aver ingerito accidentalmente frammenti ossei insieme ai resti della cena. Succede, stando ai dati, ogni maledetto quarto giovedì di novembre, il giorno in cui cade la celebrazione di una delle feste più importanti del calendario Usa.
Il pericolo si nasconde dunque prima di tutto in casa, dietro un’innocua casalinga con il suo grembiule, che si dà da fare ai fornelli. Secondo la Us Consumer Product Safety Commission, infatti, nel Giorno del Ringraziamento si registrano 3 volte più incendi domestici che in qualunque altro giorno dell’anno. Statistiche del 2015 segnalano 1.760 interventi dei vigili del fuoco per episodi di questo tipo. Ma non sono gli unici incidenti che possono avere come protagonista il piatto forte del giorno. Fra i passi falsi in cui si può incappare: oltre a lasciare la cucina incustodita, mettere il tacchino in una friggitrice causando fuoriuscita di olio bollente e quindi “incendi e ustioni”, come segnala Jim Bullock, presidente di NY Fire Consultants, un altro errore comune ha a che fare con i tempi di cottura.
Questa è una festa che si celebra in famiglia e il peso del volatile va commisurato alla quantità di invitati. Di solito grandi numeri, quindi grande tacchino. E qui cominciano i problemi, perché cuocere bene l’interno è una sfida non da poco. E c’è chi commette la leggerezza di non sottoporre prima separatamente a cottura il classico ripieno. La statunitense Food and Drug Administration raccomanda la temperatura interna che il pollame deve raggiungere per neutralizzare qualsiasi batterio. Ripieno compreso, altrimenti il rischio è che i succhi crudi, se contaminati, facciano danni. E gli esperti Usa testimoniano che i casi di intossicazione alimentare non sono rari. Tra i suggerimenti raccolti dal ’Daily Mail’, quello di dotarsi di un termometro in vista del gran giorno.
Fuori dalle mura domestiche non si è più al sicuro. Durante il fine settimana del Ringraziamento, milioni di americani si mettono in strada. L’anno scorso, per esempio, si è raggiunta la cifra record di 45,5 milioni. Secondo la National Highway Traffic Safety Association (Nhsta), è questa la vacanza più letale sul fronte incidenti automobilistici: ogni anno si registrano in media quasi 400 morti e 50.000 feriti. E l’associazione evidenzia che nel 2015 il 53% delle vittime della strada registrate nella festività in questione non aveva allacciato le cinture di sicurezza. Ancora, tra il 2012 e il 2016, oltre 800 persone sono morte durante il weekend del Ringraziamento in incidenti d’auto provocati dall’abuso di alcol.
Un capitolo viene infine dedicato anche ai ’commensali a quattro zampe’. Sembra infatti che non pochi di quelli che rallegrano le case degli americani abbiano sperimentato sulla propria pelle un disastroso Thanksgiving Day. E ancora una volta è il protagonista piumato della festa ad avere una responsabilità indiretta. O meglio, quel che di lui resta. Sembra infatti che siano comuni in questa data i casi di pet con blocchi intestinali, lesioni d’organo e costipazione provocati dall’ingestione accidentale di un osso di tacchino o di frammenti ossei. In più gli alimenti grassi (come lo è la pelle del tacchino) sono difficili da digerire per Fido e Micio e possono causare problemi di stomaco di vario tipo, mentre alcuni cibi considerati sani per l’uomo sono in realtà ’velenosi’ per cani e gatti. L’American Veterinary Medical Association ha dunque sentito l’esigenza di diramare una raccomandazione. L’invito è a non ’servire’ nelle ciotole dei propri animali domestici i cibi tradizionali del Ringraziamento.
Volontaria rapita, chi sono gli al-Shabaab
Ore di ansia per Silvia Romano, la volontaria italiana di 23 anni rapita martedì da un commando di uomini armati durante un attacco a Chakama, in Kenya. Al momento non sono giunte rivendicazioni e nessuna ipotesi può essere esclusa. Dalla polizia kenyota è stato soltanto reso noto che i rapitori sono di origine somala. Secondo alcune fonti locali, dietro al sequestro potrebbe esserci l’ombra dei miliziani di al-Shabaab. Ecco chi sono.
Emersi nel 2006 dopo la sconfitta dell’Unione delle Corti Islamiche da parte del Governo Federale di Transizione, gli al-Shabaab, ’i Giovani’, rappresentano il gruppo islamico più potente e attivo in Somalia. Dal 2012 sono formalmente riconosciuti come cellula locale di al-Qaeda e sono inseriti nella lista delle organizzazioni terroristiche di numerosi governi e servizi di sicurezza occidentali.
Tra gli obiettivi del gruppo, quello di instaurare in Somalia la Sharia, la legge islamica, nella rigida applicazione wahhabita. Espulso da Mogadiscio nell’agosto 2011 e dal porto di Kismayo nel settembre 2012, il movimento islamico controlla ancora gran parte delle zone rurali nel sud del Paese, dove le donne accusate di adulterio vengono lapidate e ai ladri sono amputate le mani.
La sua forza è stimata in settemila-novemila uomini, con un netto calo rispetto ai 14.426 guerriglieri stimati nel maggio del 2011. Il calo di miliziani è dovuto sia a screzi interni tra leader somali e la leadership centrale di al-Qaeda, sia all’azione del governo di transizione che dal 2012, grazie al sostegno della comunità internazionale, è riuscito ad agire con forza contro gli estremisti islamici.
Il leader degli al-Shabaab è attualmente Ahmed Omar Abu Ubeyda, dopo che il suo predecessore – Moktar Ali Zubeyr, anche noto come Ahmed Godane – è stato ucciso nel settembre del 2014 in un raid aereo americano. Nel febbraio 2012 Godane aveva rilasciato un video nel quale ’’prometteva di obbedire’’ al leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri.
Oltre all’applicazione della Sharia, un altro obiettivo chiave della missione degli al-Shabaab è l’espulsione dalla Somalia dei soldati stranieri, in primis quelli etiopi e kenioti. Ed è proprio contro il Kenya, responsabile di aver mandato propri militari a combattere il gruppo estremista in Somalia, che si sono scatenate le peggiori azioni all’estero dei miliziani somali, compreso l’attentato del 1996 contro l’ambasciata Usa a Nairobi e nel 2002 contro obiettivi israeliani attorno a Mombasa. L’attacco più sanguinoso resta quello al centro commerciale Westgate a Nairobi nel settembre del 2013 costato la vita a 68 persone.
Francia, è l’ora dei ’gilet blu’
Dopo i ’gilet gialli’, nati per contestare il rialzo dei prezzi del carburante, e i ’gilet verdi’, che su Facebook portano avanti le loro battaglie ecologiste, in Francia arrivano i ’gilet blu’.
A scendere in strada per gridare la loro collera per le misure adottate dall’esecutivo di Parigi sulle forze di sicurezza, e denunciare la mancanza di risorse umane, potrebbero infatti presto essere i poliziotti, promette Yves Lefèvre, segretario generale del sindacato Unité SGP Police, citato da ’Ouest France’.
Il movimento potrebbe nascere a Nantes, scrive ’le Figaro’, osservando che mercoledì 200 agenti hanno manifestato davanti al Commissariato centrale Waldeck-Rousseau.