L’ingerenza americana, così come viene definita dal presidente del Venezuela Nicolas Maduro e dal suo entourage, si arricchisce di un nuovo elemento, caratterizzato peraltro da un tono alquanto minaccioso: “Abbiamo emesso sanzioni e non escludiamo nulla per il futuro”, ha dichiarato John Kirby, portavoce del Consiglio alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, sollecitando Maduro a prendere decisioni “che solo lui può prendere”.
Il riferimento è alle ultime elezioni presidenziali, grazie alle quali Nicolas Maduro è stato proclamato vincitore, senza però che sino a questo momento siano stati presentati ufficialmente verbali, schede ed ogni documentazione comprovante la legittima vittoria. Ciò, come noto, ha scatenato una dura polemica interna, promossa in particolar modo dall’opposizione, che afferma, basandosi su propri dati e proprie fonti, che la maggioranza dei voti sia stata raccolta da
Edmundo Gonzalez Urrutia, candidato dell’opposizione, il quale pertanto ha il diritto di guidare il paese al posto di Maduro.
“La prima decisione che deve prendere”, continua Kirby riferendosi a Maduro, “è quella di pubblicare tutti i dati e i risultati elettorali, in modo che tutti possano vedere come si sono sviluppate quelle elezioni e come e in che misura si sono svolte, e fino a che punto hanno davvero soddisfatto la volontà del popolo venezuelano”. Lo stesso ha poi concluso che, se così non sarà, “dovremo prendere alcune decisioni aggiuntive per conto nostro”, alludendo a nuove misure ulteriormente afflittive per il Venezuela, già pesantemente sanzionato non solo dagli Stati Uniti ma da gran parte del blocco occidentale.
Come riporta il quotidiano El Universal, lo scorso giovedì gli Stati Uniti hanno sanzionato 16 funzionari venezuelani, tra i quali figurano membri della Corte Suprema di Giustizia, del Consiglio Nazionale Elettorale e dell’Assemblea Nazionale, tutti ritenuti responsabili di aver sostenuto o comunque aver avuto un ruolo nella proclamazione della vittoria di Maduro, vietando altresì l’ingresso negli Stati Uniti a tutti gli altri “funzionari allineati con Maduro che hanno minato il processo elettorale in Venezuela e che sono responsabili degli atti di repressione”. Si fa riferimento ai responsabili delle violenze ed arresti arbitrari eseguiti per soffocare le proteste che si sono sollevate nel Paese, promosse e sostenute in particolar modo da Maria Corina Machado, la principale leader dell’opposizione.
Come le precedenti (https://www.internationalwebpost.org/crisi-in-venezuela-opposizione-in-esilio-sanzioni-internazionali-e-diplomazia-in-stallo/), anche queste ultime sanzioni sono state respinte dagli interessati e dal governo venezuelano, ritenute invero un “nuovo crimine di aggressione commesso dal governo degli Stati Uniti d’America”, che ha imposto “misure coercitive unilaterali, illegittime e illegali ad un gruppo di funzionari statali”: questo quanto dichiarato dal TSJ (Corte Suprema di Giustizia), in una nota ufficiale. Tra i sanzionati, figura il presidente del Consiglio Nazionale Elettorale Elvis Amoroso che, come riporta sempre El Universal, ha duramente risposto alle sanzioni e alle accuse, ritenendo che gli Stati Uniti non siano il paese più indicato a dare consigli di democrazia. Essi posseggono “uno dei sistemi elettorali più patetici e obsoleti del pianeta, incapace di dare certezza nei suoi risultati, lasciando molti dubbi nelle loro elezioni, come è stato evidente in innumerevoli occasioni”, ha aggiunto. Il governo degli Stati Uniti “manca di morale per valutare ed esprimere opinioni su questioni elettorali”, ha poi ulteriormente commentato Amoroso in un documento, formulando una precisa richiesta a Washington, quella “di non essere coinvolto negli affari interni del potere elettorale venezuelano”, esortandolo invece “a dedicarsi agli affari interni del proprio paese”.
Maduro, in tutta risposta, ha provveduto a premiare i 4 militari compresi nell’elenco dei 16 venezuelani sanzionati: “coraggiosi”, li ha definiti, per essere stati “protagonisti” contro “l’attacco dell’epidemia fascista”, definendo in questo modo la lunga serie di rivolte e proteste sollevate dall’opposizione per contestare la sua rielezione, sottolineando invece che le sanzioni americane “sono decorazioni nell’anima dei patrioti che amano il nostro Venezuela”.
Su questo argomento, si è tenuto nella capitale Caracas questa settimana un “Congresso Mondiale contro il Fascismo, Neofascismo e Altre Espressioni Simili”, nel corso del quale il presidente dell’Assemblea Nazionale Jorge Rodriguez ha dichiarato che “il Venezuela è l’epicentro della lotta contro il fascismo mondiale”.
Nel frattempo, mentre si complicano le relazioni con la Spagna, Paese che ospita Urrutia e che non ha riconosciuto l’elezione di Maduro, Maria Corina Machado lancia un appello per una nuova manifestazione di protesta contro il governo venezuelano, fissata per il prossimo 28 settembre, a due mesi esatti dalle contestate elezioni. Ancora una volta, la manifestazione si rivolge al mondo intero, perché “la libertà del Venezuela è una causa mondiale”, ha scritto la leader sul social network X. La Machado, inoltre, mercoledì scorso è stata insignita del premio italiano ‘Bruno Leoni’ per ‘l’incredibile coraggio, la straordinaria lucidità e l’inesauribile passione che ha messo, negli anni, al servizio della causa della libertà’: questo quanto si legge nel comunicato dell’omonimo Istituto che le ha conferito il premio.