Gli arresti arbitrari in Venezuela vengono denunciati con frequenza da diverse ong e associazioni a vario titolo. Tra le ultime, spicca la denuncia di Foro Penal, organizzazione nata “come risposta alla repressione da parte dello Stato venezuelano esercitata contro i cittadini considerati dissidenti o oppositori delle politiche governative”, si legge nella descrizione. Il conteggio complessivo dei casi di detenzioni arbitrarie legate a ragioni politiche ha registrato quota 18.237 a far data 2014, ovvero dal momento in cui il presidente in carica Nicolas Maduro ha iniziato a governare ininterrottamente il Paese. Le cifre sono particolarmente inquietanti: al momento, con una situazione aggiornata al 15 gennaio, si contano 1687 detenuti complessivi, di cui 1683 adulti e 4 minori. Il report, molto dettagliato, parla di 1474 uomini e 213 donne e, in particolare, di 1525 civili e di 162 militari, mentre di 43 persone non si hanno notizie.
Nicolas Maduro è stato eletto presidente del paese per il terzo mandato consecutivo lo scorso 28 luglio, a seguito di elezioni fortemente contestate per sospetto di brogli, alimentato dalla mancata pubblicazione dei libri e dei risultati elettorali. A fronte di un ampio malcontento, l’opposizione, rappresentata non solo dal candidato sconfitto Edmundo Gonzalez Urrutia ma soprattutto dalla leader Maria Corina Machado, è scesa in piazza per manifestare, affollando le piazze con migliaia di cittadini.
Di qui una escalation “senza precedenti” di repressione, si legge nella ricostruzione degli eventi da parte della stessa ong, “che ha provocato persone uccise e un aumento significativo delle detenzioni per motivi politici” e che ha inevitabilmente acceso un faro internazionale sulla situazione interna al Venezuela.
Amnesty International, a fine anno, ha pubblicato un nuovo report, con un particolare focus sulla repressione messa in campo dal governo di Caracas all’indomani delle contestate elezioni presidenziali, mettendo in evidenza arresti di massa che, anche in questo caso, sono definiti “senza precedenti”. “In meno di un mese, 2000 persone sono state arrestate, secondo i dati ufficiali, compresi i bambini, molti dei quali apparentemente sono stati sottoposti a tortura. Si presume che tutte queste detenzioni siano arbitrarie e fanno parte della persecuzione politica del governo di Nicolas Maduro contro qualsiasi percezione del dissenso”. Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha riferito di storie strazianti, raccolte da ragazzi e ragazze che “per anni dovranno fare i conti con le cicatrici inimmaginabili causate da questa terribile esperienza”, fatta di violazioni dei diritti umani “diffuse e sistematiche”.
Sempre lo scorso dicembre, diverse testimonianze di parenti ed ex prigionieri politici sono state raccolte in un report, all’interno del quale hanno raccontato “le sistematiche violazioni dei diritti umani che subiscono i detenuti”. Sono azioni che “costituiscono crimini contro l’umanità”, ha sottolineato il “Comitato dei Familiari e Amici per la Libertà dei Prigionieri Politici”, che ha diramato “un appello urgente alla comunità nazionale e internazionale affinché si unisca a questa richiesta di giustizia e promuova azioni concrete per la cessazione di queste violazioni”. Nel frattempo, lo scorso 10 gennaio Nicolas Maduro si è ufficialmente insediato, ve ne avevamo parlato qui: https://www.internationalwebpost.org/venezuela-machado-bukele-una-nuova-alleanza-anti-maduro/