Venti di guerra, il discorso della Regina
E’ sempre più alta tensione fra Inghilterra e Russia dopo il caso Skripal. E nel lontano orizzonte dello scontro finora tutto giocato sulla diplomazia, c’è anche chi intravede la possibilità di un conflitto fra le due potenze. E’ per questo che i principali media del Regno Unito hanno ’rispolverato’, fra i tanti discorsi già scritti e pronti all’occorrenza della Regina Elisabetta, il discorso preparato per essere letto ai cittadini britannici nel malaugurato caso di una guerra nucleare. Una tragica “prospettiva – sottolinea l’Independent – che si fa più reale attraverso le azioni della Russia negli ultimi mesi”.
I segnali che si starebbe alzando un vento di guerra? “Nel settembre 2017 – spiega il quotidiano inglese – il presidente ucraino Petro Poroshenko avvertì che la Russia stava preparando le sue forze per una guerra nell’est Europa. […] E di certo c’è anche l’avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal sul suolo britannico, che ha portato il Primo Ministro Theresa May a dare una sola settimana di tempo per lasciare il Regno Unito a 23 diplomatici russi identificati come ’agenti dell’intelligence non dichiarati’”. Questo senza contare, segnala ancora The Independent, quanto accaduto in precedenza fra Corea del Nord, amministrazione Trump e lotta all’Isis.
Con la mente rivolta agli scenari terribili che potrebbero aprirsi, i media britannici hanno quindi diffuso – come già aveva fatto la BBC nel 2017 – le parole della Regina in caso di ingresso in guerra. Originariamente scritto nel 1983 al culmine della Guerra Fredda, il discorso è stato reso pubblico nel 2013 dagli Archivi Nazionali, al termine della ’regola dei 30 anni’ che protegge i documenti della Regina. Il discorso è stato ideato come parte di un’esercitazione di guerra che prevedeva la risposta del Regno Unito a un potenziale attacco nucleare da parte dell’Unione Sovietica. Ne esistono due versioni. Ecco le sue parole:
“Non ho mai dimenticato la tristezza e l’orgoglio che ho provato quando mia sorella e io ci siamo rannicchiate ad ascoltare le parole ispiratrici di mio padre [George VI] in quel fatidico giorno del 1939 [l’inizio della Seconda Guerra Mondiale]. Nemmeno per un solo istante ho immaginato che un giorno questo dovere solenne e terribile sarebbe caduto su di me. Ma qualunque sia il terrore in agguato per tutti noi, le qualità che hanno contribuito a mantenere intatta la nostra libertà già due volte in questo triste secolo saranno ancora una volta la nostra forza”.
“Sappiamo tutti che i pericoli che ci attendono oggi sono di gran lunga maggiori di qualsiasi altro momento della nostra lunga storia. Il nemico non è il soldato con il suo fucile né l’aviatore che si aggira nei cieli sopra le nostre città e cittadine, ma il potere mortale della tecnologia abusata“.
“Il mio messaggio per voi è semplice. Aiutate coloro che non possono aiutare sé stessi, date conforto a chi è solo e ai senzatetto e lasciate che la vostra famiglia diventi il centro della speranza e della vita per coloro che ne hanno bisogno. Mentre lottiamo insieme per combattere il nuovo male, preghiamo per il nostro Paese e per gli uomini di buona volontà ovunque essi siano. Dio vi benedica tutti”.
Contromossa Mosca
Il presidente russo Vladimir Putin ha convocato il Consiglio di sicurezza nazionale, all’indomani della misure ’robuste’ annunciate dalla Gran Bretagna sul caso Skripal, tra cui l’espulsione di 23 diplomatici russi. Il Consiglio, ha riferito il Cremlino in una nota, “ha espresso grande preoccupazione per la posizione distruttiva e provocatoria della parte britannica”.
Alla riunione erano presenti il premier Dmitry Medvedev, il ministro della Difesa Sergei Shoigu, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, i responsabili dei servizi di intelligence interna ed esterna ed i presidenti delle due Camere del Parlamento, oltre ad altri alti funzionari.
Intanto, Lavrov ha annunciato che “presto” saranno espulsi diplomatici britannici accreditati a Mosca, in risposta all’espulsione decisa da May. Alla domanda su quando avverranno le espulsioni, il ministro – citato dai media russi – ha risposto: “Presto, ve lo prometto”.
Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, “la posizione britannica” è “assolutamente irresponsabile per quanto riguarda le relazioni diplomatiche, così come rispetto agli obiettivi finali e agli interessi di una vera indagine e della ricerca delle persone che sono dietro” all’attacco.
CREMLINO – Peskov ha poi ribadito che le accuse a Mosca nel caso dell’avvelenamento dell’ex spia Sergei Skripal sono “infondate e sono emerse ancora prima di qualsiasi informazione sulla sostanza utilizzata”.
JOHNSON – Ma per il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, “la Russia è l’unico Paese ad aver sviluppato questo tipo di agente. Temo che le prove siano schiaccianti”. E a conferma della colpevolezza russa nell’avvelenamento dell’ex spia e della figlia, il capo della diplomazia londinese ha citato la risposta di Mosca alle accuse: “C’è qualcosa nel tipo di risposta compiaciuta e sarcastica che abbiamo sentito che indica la loro fondamentale colpa”.
NOVOCHOK – “Ci sono pochi dubbi nella mente delle persone sul fatto che questo sia un atto a firma dello Stato russo, in cui si è fatto uso deliberatamente del Novochok, un agente nervino sviluppato dalla Russia per punire qualcuno che aveva disertato dal loro punto di vista, e questo durante la corsa verso l’elezione di Putin” ha aggiunto il titolare del Foreign Office, in riferimento al voto di domenica.
PUTIN – “Si trattava di un agente russo residente in questo Paese, individuato dallo Stato russo come oggetto di rappresaglia e vendetta – ha aggiunto Johnson – e Vladimir Putin aveva detto in televisione di recente che questo tipo di persone si meritava di essere avvelenata”. Johnson si è quindi detto molto rincuorato dalla forza del sostegno manifestato in tutto il mondo nei confronti della posizione britannica.
MACRON – Se l’appoggio annunciato dall’ambasciatore americano all’Onu, Nikki Haley, è stato forte e incondizionato, un portavoce del presidente francese Emmanuel Macron ha esortato Londra a non lanciarsi nella ’fantapolitica’. A una domanda su questa reazione, Johnson ha detto alla ’Bbc’ che May parlerà con Macron. Il ministro ha infine confermato che la Gran Bretagna fornirà campioni dell’agente nervino usato nell’attacco all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.
Spy story, Usa al fianco di Londra
“Gli Stati Uniti condividono la conclusione del Regno Unito che la Russia sia responsabile per lo sconsiderato attacco con agente nervino contro un cittadino britannico e sua figlia”. E’ quanto ha dichiarato con un comunicato la portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, sottolineando che Washington sostiene “la decisione di Londra di espellere i diplomatici russi come una risposta giusta”.
“Questa ultima azione della Russia rientra in un sistema di comportamenti in cui la Russia non rispetta l’ordine basato sulle regole internazionali, mette in pericolo la sovranità e la sicurezza di Paesi in tutto il mondo e tenta di sovvertire e screditare le istituzioni e i processi democratici occidentali” prosegue il comunicato della Casa Bianca che, in questa ultima parte, sembra fare riferimento alle interferenze russe nelle elezioni americane.
“Gli Stati Uniti – conclude – stanno lavorando con alleati e partner per assicurare che questo tipo di orribili attacchi non avvengano più”.
Stormy e le altre: nuovi guai per Trump?
Dopo Stormy Daniel altre donne potrebbero fare causa al presidente Trump. Lo ha dichiarato a ’BuzzFeed’ Michael Avenatti, legale della pornostar che afferma di essere stata pagata 130mila dollari dall’avvocato personale di Trump poche settimane prima delle elezioni del 2016 per non rivelare della relazione che avrebbe avuto oltre 10 anni fa con l’allora tycoon. La donna ora ha fatto causa per annullare un accordo di riservatezza che le impedirebbe di parlare in pubblico della presunta relazione.
L’avvocato si è limitato a “confermare” che altre donne lo hanno contattato per rappresentarle, senza precisare quante siano e senza fornire dettagli sul tipo di cause queste potrebbero intentare.
Durante la campagna elettorale, diverse donne hanno accusato di molestie sessuali Trump, ma Avenatti non ha voluto dire se tra chi lo ha consultato vi sia qualcuna di quelle che si sono già fatte avanti con le loro denunce.
Dopo aver inizialmente negato, l’avvocato di Trump Michael Cohen ha poi ammesso di aver pagato Daniels, ma sostiene di aver agito di sua iniziativa, e con i suoi fondi, senza collegamenti con la campagna elettorale di Trump.