Siamo ormai in pieno clima elettorale. Il 4 marzo 2018 è la data delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento, e quindi il momento di eleggere i rappresentanti di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Alle politiche 2018 si voterà con la nuova legge elettorale, il Rosatellum, secondo la ripartizione nei nuovi collegi elettorali. L’indicazione del capo della coalizione non è prevista, mentre ogni partito deve dichiarare il capo politico della lista. Lo sbarramento per entrare in Parlamento è del 3% per le liste, mentre le coalizioni per ottenere seggi devono superare il 10%, con l’obbligo di avere al proprio interno almeno un partito in grado di conquistare il 3% dei voti. I contrassegni sono stati presentati al Viminale per l’inserimento nelle schede di Camera e Senato che verranno presentate agli elettori alle imminenti consultazioni politiche. Un noto editorialista sostiene che “non bisogna assolutamente lasciare al caso la scelta delle persone alle quali si affidano ruoli che presuppongono competenze, esperienza, cultura e attitudini. Il problema, tuttavia, sembra essere che questa competenza e questa esperienza vengano spesso utilizzate per far meglio i propri comodi, all’interno di istituzioni pubbliche. L’onestà è una condizione certo necessaria, ma purtroppo non sufficiente. Per cambiare un Paese serve una classe dirigente onesta e capace. Scelta per i suoi meriti, oltre che per la fedeltà a determinati ideali“.
“Una classe dirigente tuttavia non può e non deve essere unita su tutto, tantomeno deve diventare un blocco di potere. Là dove ciò avviene le libertà politiche e civili soffrono, la società si corrompe e l’economia declina. La diversità, il ricambio, la concorrenza, perfino il conflitto, sono necessari e benefici. Essa deve tuttavia essere accomunata da un senso di responsabilità generale e dalla consapevolezza che vi è un limite oltre il quale quel senso deve prevalere”: questo è quanto emerso dal discorso di un noto economista italiano.
I politici che in un prossimo futuro ci rappresenteranno dovranno prestare attenzione alle esigenze e alle aspettative dei propri elettorati ed essere sensibili alle iniziative di cittadinanza, alle campagne e battaglie politiche e culturali. Dovranno inoltre saper valorizzare le competenze diffuse di ordine sia tecnico che sociale, essere in grado di combinare insieme competenze tecnico-scientifiche e saperi che derivano da esperienze condivise dei cittadini e delle cittadine che intendono rappresentare.