Le elezioni kosovare hanno portato sulla scena una nuova forza politica, nuova non per il poco tempo da cui fa politica bensì per il fatto che non era mai salita la governo. Vetevendosje (VV), che in italiano vuol dire “autodeterminazione”, ha vinto: il suo leader Albin Kurti sarà il nuovo Primo Ministro della Repubblica Kosovara.
A determinare il risultato di queste elezioni ha contribuito sicuramente il voto dei migranti kosovari all’estero, che, come registrato dalla KQZ (Commissione Centrale delle Elezioni), si sono mobilitati in quasi 70mila. Sono 40mila i kosovari che si sono iscritti nei centri di votazione all’estero e 30mila quelli rientrati in paese appositamente per votare. Tutte le previsioni elettorali fino alle ultime ore davano per scontato la vittoria della Lega democratica kosovara, partito dello storico Presidente Rugova, mentre davano per scontato che VV sarebbe rimasta eternamente all’opposizione. Ma non è andata così! Con la speranza che con le dimissioni dell’ex- Primo Ministro Haradinaj il suo partito AKK (Il Futuro del Kosovo), prima della sua chiamata al Tribunale dell’Aja, si sarebbe rinforzato, Rramish Haradinaj aveva invitato il Presidente Thaçi a indire nuove elezioni ma non ha funzionato né per il suo partito né per tutti i partiti tradizionali del Kosovo che fino ad ora avevano dominato la scena politica kosovara.
Vetevendoje ha letteralmente ribaltato il risultato di queste elezioni, che aprono una nuova era politica: già il nome di questa forza politica fa riferimento a un desiderio di cambiamento radicale, in un Kosovo giovane ma già provato dalle guerre più sanguinarie dei Balcani, con un popolo che ha sempre resistito agli attacchi stranieri per Autodeterminazione e voglia di crescere. Oggi, dunque, il Kosovo ripete la storia secolare della sua esistenza. Finisce così un’epoca di proteste, di manifestazioni, di lotte al potere in parlamento. Albin Kurti e il suo gruppo del movimento politico più resistente nei Balcani ha a disposizione 4 anni di un mandato in cui mostrare se stesso e gestire il difficoltoso rapporto di un giovane paese democratico in mezzo ai Balcani tra la questione dei confini con l’eterna nemica Serbia, l’adesione al club UE e l’auto determinazione di quella Albanesità che oggi potrebbe diventare più che mai l’elemento più dominante nei Balcani, costruendo rapporti sicuri con le forze politiche albanesi di tutti i paesi dove l’Albania domina! Oggi, non solo il Kosovo ma soprattutto l’Albania, la Madre di tutti gli albanesi, hanno ricevuto un solo messaggio: Voi non siete eterni, è tempo di una nuova era, è tempo di amare l’Albanesità e difenderla dai nemici di sempre. C’è sempre un’alternativa e questo lo può riportare solo una generazione cresciuta con ispirazione democratica, appunto, la Diaspora Albanese.