Spesso si tende a pensare che la depressione sia solamente un periodo negativo e momentaneo che caratterizza un pezzo di vita. Una fase temporale in cui le cose non vanno come dovrebbero andare o come vorremmo che andassero. Come si direbbe comunemente, un momento no.
Ma la realtà è diversamente complicata. Profondamente dolorosa. Una metafora può essere sicuramente d’aiuto per la comprensione della gravità di questa malattia che collega corpo e psiche. Immaginiamo la situazione in cui una persona che, camminando da diverso tempo e già abbastanza affaticata, inciampi cadendo in un pozzo (immaginiamolo senz’acqua per facilitare la spiegazione!). Non tocca il fondo immediatamente perché trova un appiglio a cui aggrapparsi. Cerca di rimanere attaccata il più possibile al suo appoggio. Ad un certo punto però, le mancano le forze e si lascia andare. Non può più resistere alla forza di gravità e alla stanchezza. Arriva a terra.
E’ buio. Non vede e non sente più nulla. Tutto diventa dello stesso colore cupo e indefinito.Così si sente una persona depressa. Non è un attimo oscuro da cui si esce con un semplice schiocco di dita o con la sola forza di volontà. Ci vuole altro. L’aiuto di farmaci che riportino a livelli di normalità l’ormone della serotonina e, se insufficienti, affiancati da un bravo conoscitore e studioso della mente umana che sa come favorire la guarigione. Non è poi così raro incontrare persone depresse e più spesso di quello che crediamo non è nemmeno difficile riconoscerle. Ci vuole molta attenzione.
Qualcuno diceva che gli occhi sono lo specchio dell’anima. Aveva ragione. Guardando negli occhi una persona depressa, la prima cosa che si nota è la mancanza. Di luce, di gioia, felicità e di vita. Molto si può dedurre dai piccoli gesti, dall’assenza di speranza, da un’immobilità perenne e dagli occhi sempre lucidi. Dentro di lei tutto è continuamente spento. Non è il nero del pessimista. E’ quel colore di chi non riesce più a trovare una motivazione per vivere. La persona depressa non ragiona più in termini di futuro. Non esiste un futuro e neanche un presente. E’ come se galleggiasse in un tempo indefinito tra quello che era e quello che non è stato. Non c’è alcun raggio di sole che illumina gli orizzonti su cui si posa il suo sguardo. C’è una sofferenza che spacca in due. Quel dolore continuo nel petto che trafigge come una lama appuntita. Non lascia scampo. Toglie il fiato e il desiderio di cominciare la giornata. Ti colpisce ogni mattina, prima di aprire gli occhi. Te lo porti dentro continuamente.
Tanti ne soffrono, eppure poco se ne parla. Nonostante si tratti di una malattia diffusissima, ancora oggi si fatica a parlarne con la stessa facilità con cui si parla delle malattie del corpo. Può accadere di essere isolati, non capiti oppure considerati pazzi. In questo modo, sottovalutandone la portata si va incontro a conseguenze rilevanti quale ad esempio, il suicidio. L’ultimo gradino della depressione. Questa descrizione immaginaria è solo un viaggio nella mente del depresso. Un mondo sconosciuto a chi non l’ha vissuto direttamente ma fondamentale per capire. Bisogna sapere che si tratta di una malattia da cui è possibile guarire se affrontata per tempo e nel miglior modo possibile. Non deve esser la fine della vita, ma l’inizio di una nuova.
La depressione indica che c’è qualcosa che non va nel modo di condurre la nostra esistenza. E’ una rottura. Non è immaginabile la gioia di chi è ritornato a sentire nuovamente il gusto di ciò che lo circonda. Il cibo riacquista sapore, la musica torna a far sognare, il sole splende nel cielo e nel cuore più di prima. Insomma la vita è di nuovo vita. Soprattutto dopo essersi rialzati da una caduta dolorosa che ha contribuito a rendere più forte una persona.