Talvolta lo spirito del tempo sceglie come nemico le donne. La società del pianeta avrà raggiunto la civiltà quando potrà attribuirsi l’attributo “umana”. Quando ciascuno condividerà i valori più profondi: dignità di ogni uomo e donna, solidarietà con i bisognosi di aiuto, lotta per la giustizia, centralità della dimensione interiore e spirituale al servizio gratuito per rispetto altrui, avversione coraggiosa al potere che diventa violenza, esclusione, sopraffazione, sterminio, alla ricchezza che condanna le persone e il pianeta alla distruzione.
Nell’affermazione del rispetto per le donne il Consiglio ha dato il via libera a una direttiva dell’UE sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. Un’azione risolutiva contro questi atti di violenza è essenziale per garantire i valori e i diritti fondamentali della parità tra donne e uomini e della non discriminazione. La direttiva impone a tutti i paesi dell’UE di configurare come reato le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati e la violenza online, come la condivisione non consensuale di immagini intime.
La nuova direttiva prevede inoltre misure tese a prevenire la violenza contro le donne e la violenza domestica e definisce norme per la protezione delle vittime di tali reati.
La violenza contro le donne e la violenza domestica sono problemi persistenti. La direttiva garantirà in tutta l’UE che i responsabili di tali reati siano puniti severamente e che le vittime ricevano tutto il sostegno di cui hanno bisogno.
Elementi principali
La direttiva adottata oggi configura come reato in tutta l’UE le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati, la condivisione non consensuale di immagini intime, lo stalking online, le molestie online e l’istigazione alla violenza o all’odio online.
La commissione di tali reati sarà punibile con pene detentive da uno a cinque anni. La direttiva contiene inoltre un elenco esaustivo di circostanze aggravanti – quali commettere il reato nei confronti di un minore, di un coniuge o partner o di un ex coniuge o partner, di un rappresentante pubblico, di un giornalista o di un difensore dei diritti umani – che comportano sanzioni più severe.
La direttiva contiene anche norme dettagliate sulle misure di assistenza e protezione che gli Stati membri dovrebbero fornire alle vittime.
Per le vittime di violenza contro le donne e di violenza domestica sarà più facile sporgere denuncia. Almeno per i reati informatici si potranno infatti effettuare segnalazioni online. I paesi dell’UE devono inoltre adottare misure che garantiscano ai minori l’assistenza di professionisti. Quando i minori denunciano un reato commesso da un titolare della responsabilità genitoriale, le autorità devono adottare misure per proteggere la sicurezza del minore prima di informare il presunto autore del reato.
Per proteggere la vita privata della vittima e prevenire la vittimizzazione ripetuta, gli Stati membri devono inoltre provvedere affinché, ai fini dei procedimenti penali, siano ammesse prove relative al comportamento sessuale passato della vittima solamente se ciò sia pertinente e necessario.
Nell’ottica di costruire un futuro più sicuro, le misure preventive mirano ad accrescere la consapevolezza in merito alle cause profonde della violenza contro le donne e della violenza domestica e a promuovere il ruolo centrale del consenso nelle relazioni sessuali.
Prossime tappe
Gli Stati membri hanno tre anni di tempo dall’entrata in vigore della direttiva per recepirla nel diritto nazionale.
Finalmente una legge dedicata a una problematica che riguarda sempre più cittadini europei, anche se tre anni per adeguarsi mi sembrano eccessivi. Considerando i tempi necessari alla attuazione della norma e quelli per una presa di coscienza e culturale generale, quante vittime dovremo ancora annoverare?