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Virus, si aggravano i coniugi cinesi (Altre News)

Virus,si aggravano i coniugi cinesi:prognosi riservata

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“Nelle ultime ore la coppia cinese ha avuto un aggravamento delle condizioni cliniche a causa di un’infezione respiratoria, come segnalato nei casi fino ad ora riportati in letteratura. Pertanto è stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva”. Lo ha annunciato il direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive Spallanzani, Francesco Vaia, nel bollettino sulla coppia cinese ricoverata nella struttura e risultata positiva al nuovo coronavirus.

“I due pazienti sono monitorati in maniera continuativa e sono sottoposti a tutte le cure, anche farmacologiche, del caso, compresi farmaci antivirali sperimentali. Le attuali condizioni cliniche – fanno sapere i sanitari nel bollettino diffuso dall’istituto – sono quindi compromesse ma stazionarie, per cui i medici che li hanno in cura si riservano la prognosi”.

RICOVERATI 11 PAZIENTI CON SINTOMI, TEST IN CORSO – “Presso l’Istituto sono ricoverati in questo momento 11 pazienti sintomatici provenienti da zone della Cina interessate dall’epidemia. Tutti sono stati sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus, tutt’ora in corso” riferisce il direttore sanitario. “Per quanto riguarda le 20 persone, che non presentano alcun sintomo e che hanno avuto contatto con la coppia cinese positiva all’infezione da nuovo coronavirus, continuano ad essere osservate presso l’Istituto Spallanzani. Sono tutte in buone condizioni generali e la loro salute non desta preoccupazione”, dice Vaia.

DIMESSI 26 PAZIENTI NEGATIVI A TEST – Il direttore sanitario riferisce inoltre che “sono stati dimessi 26 pazienti dopo il risultato positivo negativo del test per la ricerca del nuovo coronavirus”.

“A tutte le persone di nazionalità cinese attualmente ospitate presso l’Istituto sono prestate le massime attenzioni da parte della comunità dello Spallanzani – sottolinea ancora Vaia – A tutti loro vengono serviti pasti tipici della cultura cinese e sono assistiti da mediatori volontari che si occupano di agevolare le comunicazioni. La loro permanenza nella struttura sanitaria segue gli accorgimenti che l’ospedale è uso assicurare a tutti i pazienti”.

Virus, “termoscanner per tutti i voli”

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“Stiamo lavorando per rafforzare il persone medico e paramedico negli scali aeroportuali con i nostri volontari e volontarie – ha assicurato Borrelli – a Fiumicino sono operativi i termoscanner, strumento che sarà allestito in tutti gli aeroporti e dove non arriverà si provvederà con personale medico e paramedico dei nostri volontari”. Lo ha affermato Angelo Borrelli, commissario per l’emergenza del Coronavirus e capo della Protezione Civile a Radio Anch’io. “Il nostro Paese ha bravi ricercatori bravi medici e abbiamo delle strutture che sono state potenziate. Proprio l’altro giorno visitando l’aeroporto di Fiumicino ho potuto verificare quelle che sono le strutture sanitarie entrate in funzione nel 2016, strutture che ai tempi della Sars non avevamo, quindi possiamo gestire questo rischio nei nostri aeroporti in modo adeguato”.

Dopo la fase di test degli ultimi due giorni, sono partiti oggi i controlli della temperatura corporea per i passeggeri in arrivo allo scalo di Fiumicino, come disposto dal Ministero della Sanità. A comunicarlo è Aeroporti di Roma in una nota. Sono stati allestiti 3 check-point centralizzati, uno presso il Terminal 1 e due al Terminal 3, e predisposte in totale 11 corsie di controllo, tutte dotate di termoscanner, 3 al Terminal 1, 3 al Terminal 3 per i voli Shengen e 5 agli arrivi internazionali al Terminal 3.

Ogni corsia è presidiata da addetti sanitari che, tramite un tablet, sono in grado di rilevare la temperatura corporea misurata dai termoscanner. L’intera fase di controllo dura al massimo 2 secondi e non si registrano code tra i passeggeri. I termoscanner utilizzati da Aeroporti di Roma sono di ultima generazione e si aggiungono a quelli già disponibili nel canale sanitario allestito nel 2016 e sono in grado di supportare le operazioni aeroportuali sia in condizioni ordinarie che straordinarie, come quelle attuali.

Aeroporti di Roma ringrazia il Commissario Straordinario, Angelo Borrelli, la Protezione Civile, il Ministero della Salute, l’Enac e la Polizia di Stato per il supporto ricevuto che ha permesso di attivare con grande celerità la migliore risposta operativa delle disposizione del governo italiano.

Migranti, dissequestrata la nave Mare Jonio

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Il Tribunale Civile di Palermo ha integralmente accolto il ricorso presentato dalla compagnia armatrice di Mediterranea Saving Humans per la reimmissione in possesso della nave Mare Jonio, ordinando a tutte le Autorità coinvolte di far cessare con effetto immediato il sequestro cui era sottoposta dallo scorso 3 settembre 2019. “La decisione del Giudice civile di Palermo ripristina finalmente la legalità. La Mare Jonio è di nuovo libera, dopo un sequestro illegittimo durato cinque mesi – ha dichiarato Alessandra Sciurba, presidente dell’associazione Mediterranea Saving Humans – E, dopo l’archiviazione delle accuse contro il comandante Marrone e il capo missione Casarini, questo è un altro fondamentale passo verso la cancellazione dal basso dei Decreti Salvini”.

“Viene sancito – prosegue Sciurba – ancora una volta quello che abbiamo sempre affermato: il diritto e i diritti delle persone sono sempre state la nostra bussola, mentre i governi europei, quello italiano in testa, li hanno traditi e oltraggiati nel Mediterraneo per propaganda e calcoli politici, giocati sulla pelle di migliaia di donne, uomini e bambini”.

“Il governo attuale – conclude la presidente di Mediterranea – non ha avuto il coraggio di fare politicamente quello che un tribunale oggi ha ritenuto essere l’unica cosa giusta. La nostra nave è libera, e adesso vogliamo tornare in mare al più presto, a salvare i profughi di una guerra terribile dall’annegamento e dalle catture delle milizie libiche, a salvarci, insieme alle altre navi della società civile, da scelte criminali e velenose come quelle del rinnovo del memorandum con la Libia. Ma per farlo, abbiamo bisogno di tutto il sostegno dei nostri equipaggi di terra”. Mediterranea lancia infatti “a partire da oggi una campagna straordinaria di raccolta fondi per finanziare l’imminente missione in mare dopo la sosta forzata di cinque mesi”.

Rogo Thyssen, due ex manager condannati da un tribunale italiano

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Dovranno scontare cinque anni di reclusione in Germania i due ex manager della Thyssenkrupp condannati in via definitiva il 13 maggio 2016 da un tribunale italiano a 9 e 6 anni rispettivamente per il rogo del 2007 in cui persero la vita sette operai: i loro ricorsi in appello sono stati respinti da una corte distrettuale di Essen che ha dichiarato attuabili le condanne pronunciate in Italia, adeguando la penda detentiva a quelle previste dalla legge tedesca. Dopo la sentenza di oggi, i due ex manager verranno incarcerati in Germania.

A pronunciarsi è stata la seconda sezione penale del tribunale regionale superiore di Hamm che, secondo quanto reso noto oggi, ha respinto in quanto infondati – il 23 gennaio – i ricorsi dei due imputati contro le decisioni del tribunale regionale di Essen del 17 gennaio 2019 e del 4 febbraio 2019, che avevano dichiarato ricevibile l’esecuzione di una sentenza italiana nei loro confronti adeguando la pena alle leggi tedesche.

“Per noi da quella tremenda notte del 6 dicembre 2007 non c’è stato più nulla da festeggiare. Apprendiamo la notizia della sentenza, è un passo avanti ma la vera notizia per noi familiari sarà quando ci diranno che saranno entrati in carcere”, dice all’Adnkronos Graziella Rodinò, mamma di Rosario, uno dei sette operai morti nel rogo della Thyssen di Torino.

“La sentenza è un ulteriore passo in avanti anche frutto del nostro intervento sulla Corte europea. L’unica preoccupazione, più che legittima dopo quasi quattro anni dalla sentenza definitiva, è che possano esistere altre istanze che i due condannati tedeschi possano far valere”, afferma all’Adnkronos Antonio Boccuzzi, l’unico operaio della Thyssen di Torino scampato al rogo che nel dicembre 2007 causò la morte di sette suoi colleghi, commentando la sentenza. “L’auspicio – conclude Boccuzzi – è che finalmente il percorso chiuso in Italia nel maggio del 2016 si traduca con l’unico epilogo possibile, che le porte del carcere si aprano per i due manager tedeschi”.

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5 Febbraio 2020