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Virus, test negativi bimbi della Cecchignola(Altre News)

Virus, test negativi per i due bimbi della Cecchignola

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“Anche il secondo test al coronavirus effettuato presso l’INMI Spallanzani sui due bambini provenienti dalla Cecchignola è risultato negativo al 2019-nCoV”. Lo ha comunicato la Direzione sanitaria dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.

In serata, i due bimbi – per motivi non legati al coronavirus – sono stati trasferiti a scopo precauzionale all’ospedale Bambino Gesù.

Per quanto riguarda il “cittadino italiano, trasferito giorni fa dalla struttura dedicata della Città Militare della Cecchignola e con infezione confermata da nuovo coronavirus, è in buone condizioni generali e senza febbre. Il paziente continua la terapia antivirale” è emerso dal bollettino quotidiano diffuso dallo Spallanzani.

Inoltre, la coppia di cittadini cinesi provenienti dalla città di Wuhan positivi al test, ha informato il bollettino, “è tuttora ricoverata in terapia intensiva. Le loro condizioni cliniche sono stazionarie, con parametri emodinamici stabili. Continua il trattamento antivirale. La prognosi è tuttora riservata”.

“Partigiano assassino”, blitz neofascista contro l’Anpi

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“Partigiano assassino. L’antifascismo si cura con la verità”. La scritta appare su un manifesto affisso dal gruppo neofascista Azione Frontale davanti all’entrata della sede dell’Associazione Nazionale Partigiani nel quartiere Sturla, a Genova. Il blitz, avvenuto nella notte, è stato organizzato in occasione del Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle Foibe, così come rivendicato dal gruppo poco dopo.

Sulla pagina Facebook di Azione Frontale Genova, il gruppo postando l’immagine del manifesto davanti alla sede Anpi scrive: “Con quest’azione #AzioneFrontaleGenova vuole ricordare a chi si crede eroe e vincitore, i loro crimini commessi a guerra finita. Sono solamente degli Assassini senza pietà che hanno aiutato e trucidato, insieme ai partigiani titini, milioni di italiani, gettandoli ancora vivi in cavità naturali sul carso, legati con un fil di ferro”.

“Vogliamo ricordare inoltre – si legge ancora nella rivendicazione – che i partigiani italiani a guerra finita rovesciavano sui binari dei treni il cibo e il latte diretto alle famiglie italiane in Istria e Dalmazia. Oppure prendere come esempio le barbarie compiute su una bambina di nome #GiuseppinaGhersi violentata, trucidata e abbandonata davanti ad un cimitero e anche coloro che come lei fecero la stessa fine. Chiunque compia un gesto simile soprattutto a guerra finita è solo un criminale assassino. La verità sconfigge il vostro antifascismo!”.

Sulla vicenda l’Anpi Genova riferisce che ci sono indagini in corso e che l’associazione sta valutando una querela. “Non è la prima azione neofascista che la sede dell’Anpi di Sturla subisce – commenta Massimo Bisca, presidente provinciale dell’Anpi genovese – Si distinguono sempre per il coraggio andando di nascosto a fare certe azioni, fanno quasi pena! Gruppi come questi hanno bisogno di autocertificare la propria esistenza. Verificheremo con i nostri legali se ci sono gli estremi per una querela”.

“Azione fatta nel Giorno del Ricordo? Ma se sono loro che falsificano la storia. E l’uso strumentale della storia qualifica chi lo fa – sottolinea Bisca – La lettura delle foibe va fatta dall’inizio alla fine, non si può vedere solo un pezzo della storia. Altrimenti è revisionismo, che io condanno. Chi disconosce le foibe? Però è bene andare a vedere i comportamenti dei fascisti in quelle zone prima dei titini. Che, tanto per ricordare, hanno messo in galera non solo i fascisti ma ucciso tante volte membri del Cln. Il problema è che non si può avere una visione che distorce la storia, che tradotto significa non dire la verità. L’Anpi non ha mai disconosciuto la realtà ma la mette tutta assieme. Tra l’altro, proprio pochi giorni fa abbiamo fatto un convegno nazionale sulle foibe con storici e documenti”.

“Il miglior ricordo è condannare ogni forma di violenza, oggi nella giornata dedicata alla vittime delle foibe e sempre – commenta sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – Solidarietà all’Anpi per le scritte vergognose sul manifesto comparso nella sede di Sturla. Chi semina odio e violenza non ci troverà mai complici”.

“Negro di m…”, 20enne originario del Senegal picchiato a Palermo

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Un palermitano di 20 anni, originario del Senegal, è stato aggredito nella notte tra sabato e domenica in via Cavour, a Palermo. Secondo quanto ricostruito, un gruppo di adolescenti lo avrebbe insultato e colpito con un pugno al volto. Ancora da accertare la matrice razzista dell’aggressione. Il giovane è stato soccorso dalle volanti della polizia e dal 118. Trasportato all’ospedale Civico è stato curato e dimesso con una prognosi di 10 giorni.

“Ho sentito il prefetto e ho mandato anche un messaggio di vicinanza. Purtroppo sono episodi che stanno capitando sempre più spesso e su cui dobbiamo porre la massima attenzione” ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

“Essere nero o bianco, che senso ha?” sono le parole di Kande, il giovane aggredito. “Vi ringrazio ancora e urlo con voce alta che Palermo è una bellissima città accogliente antirazzista, a Palermo ci sono tante belle persone – scrive sui social – io mi trovo veramente benissimo a Palermo, sono pochi quelli che non sono mai usciti da Palermo: gli consiglio di girare un po’ il mondo e vedere come funziona. Sono veramente animali, troppo chiusi, essere nero o bianco che senso ha?”. E ancora: “Non ho più parole, comunque a Palermo ci sono sempre tante belle persone, non siete tutti razzisti, a Palermo i razzisti ci sono, ma sono pochissimi” conclude. “Palermo è la mia città preferita”.

“Un ragazzo, un giovane ragazzo ha subito un violento pestaggio solo a causa del colore della sua pelle. Una folla di palermitani in giro per la movida del sabato sera non è riuscita a fare di meglio che mettersi da parte e assistere allo spettacolo” ha raccontato su Facebook il papà di un amico di quei due ragazzi che sono intervenuti per fermare il pestaggio.

“Due amici di mio figlio – scrive – sono passati e si sono accorti che stava succedendo qualcosa di strano e spiacevole, c’era una grande folla di gente disposta a semicerchio da entrambi i lati della strada mentre al centro della carreggiata un giovane ragazzo di colore stava venendo selvaggiamente picchiato da una folla di circa trenta adolescenti palermitani. Il ragazzo si stava difendendo come poteva, anche con l’aiuto di una catena ma nessuno interveniva. I due amici di mio figlio si sono messi al fianco del ragazzo aggredito, mentre uno dei due chiamava la polizia. Appena visto che la vittima non era più sola i ragazzi aggressori sono fuggiti, lasciando la povera vittima pieno di lividi e con la faccia sanguinante”.

L’aggressione, scrive il papà, “ha quasi sicuramente una matrice razzista viste le parole che sono state pronunciate quando tutto è iniziato ’negro di mer…’ e subito cazzottoni. ’Chi si fa i ca… i suoi campa cent’anni’ si dice a Palermo. – aggiunge – Inutile dire che tra campare cento anni così da vermi e rischiare per un buon motivo, la scelta dovrebbe essere facile per chi conserva empatia e dignità umana sufficiente a farci sentire esseri umani”.

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11 Febbraio 2020