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VITE PER L’ALTERITA’

Si è portati a pensare che grandi siano le molte vite spese bene che sono entrate a giusto titolo nella storia e le tante che vi entrano grazie agli sforzi di chi va a ricercarle perché non finiscano nell’oblio. Eppure, sappiamo bene che sono tante le persone che nel silenzio impegnano il proprio tempo per l’alterità e ciò malgrado i ruoli professionali di grande responsabilità e i carichi personali e familiari. Supereroi dotati di superpoteri? No, persone qualunque con tanta voglia di impegnarsi. Come la dottoressa Rosaria Avisani che ho intervistato per voi.

Bresciana di Pontevico, classe 1958, Rosaria Avisani, dirigente sanitario e Ambassador degli Stati Generali della Città delle Donne rappresenta nel contesto territoriale in cui lavora e vive un modello di impegno etico e civile.


Rosaria so che sei una persona schiva… poche parole e molto fare concreto. Qualche nota su di te per IWP?

Non amo parlare di me. Sono figlia di agricoltori, educata con i forti principi tipici delle donne della bassa bresciana: impegno, lavoro, serietà ma non si permette a nessuno di mancarti di rispetto (molto Longobarde). Da sempre faccio la spola tra Brescia e il paese in cui vivo , non mi è mai interessato vivere in città. Amo il teatro, la musica, viaggiare e leggere. Molto legata alla mia famiglia di origine, continuo a vivere nella cascina di famiglia, rigorosamente in mezzo ai campi e agli allevamenti per la produzione da latte per il grana padano.

Come ha conosciuto la realtà della Città delle donne e perché ha deciso di farne parte?

Ho conosciuta la realtà degli Stati Generali delle Donne tramite facebook, poi sul sito ho conosciuto il progetto Le Città delle Donne. L’estate scorsa ho contatto Isa Maggi (la presidente ndr), ci siamo capite ed intese da subito. Isa mi ha nominata Ambassador degli Stati Generali a fine ottobre. Ho ritenuto gli Stati Generali delle Donne molto operativi ed il progetto La citta delle Donne significativo e molto diverso dalle attività delle altre Associazioni in cui svolgo attività di volontariato.

Da subito ho preso contatto con il mio Comune di residenza, ricevendo interesse immediato ed il 15 novembre il mio paese di residenza è divenuto Città delle Donne con delibera comunale votata all’unanimità. Già il 25 novembre c’è stata la prima iniziativa coordinata dalla Proloco locale e condivisa con l’Amministrazione comunale ed i commercianti. L’obiettivo che perseguo è continuare la sensibilizzazione di tutti al rispetto delle persone senza distinzione di genere ed età.

Hai un incarico professionale di rilievo… il tuo impegno extra presso la Città delle donne mi sembra essere altrettanto assorbente. Come riesci a conciliare la vita professionale, familiare (personale) con l’attività di Ambassador? In cosa consiste esattamente il tuo ruolo?

Il mio ruolo è quello di gestire il personale che eroga attività sanitarie, progettando strategie per dare servizi ambulatoriali efficienti , efficaci e ridurre il più possibile le liste d’attesa.

Nessun problema per la conciliazione, abituata a lavorare molte ore ed organizzare il lavoro, cerco di incastrare ogni cosa e come tutte le donne utilizzare il tempo nel miglior modo possibile.

I momenti “liberi” li impegno a inviare contatti ai vari amministratori comunali per far conoscere e creare interesse vero il progetto Citta delle Donne aggiungendo sempre informazioni riguardanti il PNRR mettendo a disposizione le mie competenze e conoscenze del mondo femminile.

Quante istituzioni hanno aderito al progetto? Le chiedo ovviamente un dato territoriale… Ha incontrato difficoltà nel rapportarsi con le istituzioni locali? Cosa ritiene che in una dimensione più vasta dovrebbe essere implementato?

Per ora solo una, sono però in contatto con molte altre istituzioni e Reti nazionali ed Internazionali con cui lavoro. Non trovo nessuna difficoltà a rapportarmi con le varie realtà istituzionali: trovo interesse e disponibilità. Quello che manca nelle istituzioni è l’abilità a leggere i problemi e trovare soluzioni alternative o a volte fuori dai soli schemi. Mancano le idee di soluzioni o forse la paura di apparire “diversi” dal solito modello burocratico e poi essere contestati. Quello che osservo è la difficoltà di utilizzare il modello della complessità e continuare ad utilizzare le stesse soluzioni che hanno generato il problema.

Grande paura ad osare e a lavorare con tante persone con idee visioni diverse. Si cerca di semplificare problemi complessi senza invece trovare soluzioni complesse utilizzando metodi e schemi metodologicamente alternativi.

Nell’immediato?

Questa intervista arriva al momento giusto e ti ringrazio per l’opportunità di far conoscere al pubblico dell’InternationalWebPost l’incontro dibattito di cui sono moderatrice.

Gli Stati Generali delle Donne sono un Forum divenuto interlocutore autorevole per le Istituzioni che operano nell’ambito delle politiche del lavoro, dell’economia, della finanza, del femminile, dei diritti, della cultura, della scuola, della formazione, della pace e del dialogo, della qualità del vivere, dello sviluppo.

Il 31 gennaio incontrano il Comune di Alfianello (BS), con la partecipazione della Dr.ssa Alessandra Huscher, Presidente del Comitato Komen Lombardia.

Gli Stati Generali delle Donne e l’Amministrazione Comunale con il Sindaco dottor Matteo Zani hanno deciso di organizzare questo momento di condivisione al fine di trovare un modello di sviluppo per le piccole comunità in riferimento della situazione pandemica attuale e alla luce dell’impegno collettivo legato alla straordinaria opportunità di predisporre progetti nelle 16 Componenti raggruppate in 6 missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Interverranno oltre al Sindaco, padrone di casa, esponenti degli Stati Generali delle Donne, i presidenti di alcune associazioni presenti sul territorio e alcuni rappresentanti di associazioni di fama Nazionale ed Internazionale ed un Consigliere di Regione Lombardia. Rappresenteranno una piccola ma significativa parte della rete costruita in questi anni dalla Amministrazione comunale con il contributo attivo della comunità al fine di sugellare che il coinvolgimento di ogni cittadino e una visione aperta, dialogante ed attiva porti grandi frutti per tutti.

“ Far ripartire l’Italia con le Città Delle Donne” Incontriamo il Comune di Alfianello e il Suo partenariato”. Come può un comune così piccolo divenire agente e volano? Non credi che possa apparire presuntuoso e forse anche al disopra delle proprie possibilità reali? Quali scenari possono aprirsi per il Paese?

Insieme con Isa ed il Sindaco abbiamo ritenuto che la rete, le reti costruite in questi anni, ma implicite nel paradigma concettuale di Rete, hanno reso questo piccolo Comune capace creare opportunità di salute, lavoro e cultura per tutti i cittadini ma in particolare per le donne. E magari divenire anche un modello di riferimento per altri comuni. Dobbiamo considerare che la crisi da Covid 2019 ha penalizzato le donne dal punto di vista del lavoro, del loro fare impresa e dell’aumento dei casi di violenza avvenuta nelle proprie case. Il tasso di occupazione femminile è diminuito vertiginosamente. La pandemia ha costretto molte donne a rinunciare al posto di lavoro o a trasformare il proprio contratto. Per il 60% delle lavoratrici la riduzione dell’orario è stata una condizione subita. La quota di donne costrette al part-time è passata tra il 2019 e il 2020 dal 60,8 al 61,2 % contro una media del 21,6%. Il divario tra tasso di occupazione femminile e maschile arriva a 18,2%. A ciò dobbiamo aggiungere la crescita in quietante del numero dei femminicidi. In questa situazione il PNRRdeve divenire una vera strategia per il nostro Paese, deve mettere in atto un metodo di lavoro per definire e raggiungere obiettivi. Le donne devono con concretezza mettersi al lavoro per giocare la partita del cambiamento puntando su: innovazione, territori, vera transizione ecologica, nuova imprenditoria. Il PNRR è un’opportunità di finanziamento enorme, il rischio è quello di non accedervi o di non cogliere a fondo le opportunità per una visione del futuro. Nel Piano ci sono progetti avveneristici, occorre abbandonare le “ comfort zone” delle non “scelte” o “ delle scelte facili”. I fondi a disposizione ammontano a 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021 – 2026, dei quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro prestiti, finanziati attraverso il Dispositivo per la ripresa e la Resilienza, a cui si aggiungono ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali del Fondo complementare e 13 miliardi del React EU, il Pacchetto di assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa.

Data:

31 Gennaio 2022