Un trend che ormai non si ferma più, anzi tende ad aumentare anno dopo anno. Secondo il report annuale stilato da “Digital 2021” che analizza l’andamento dei social a livello locale e globale. Stringendo il campo all’utilizzo che si fa dei social network da parte degli italiani, viene evidenziato che gli utenti che ogni giorno accedono a internet in Italia sono diventati ormai quasi 50 milioni. La quasi ormai totalità della popolazione trascorre online il doppio del tempo rispetto a quello che viene dedicato al vecchio medium televisivo. La ricerca delinea inoltre uno scenario in cui i dati sono in aumento rispetto al 2020: ogni giorno l’84% della popolazione accede a Internet (+2% rispetto al 2020) e il 68% è un’utenza attiva sui social (+6%), piattaforme utilizzati per intrattenimento, informazione, condivisione e conversazione.
Per l’utente italiano (il 93%) i contenuti preferiti rimangono sempre i video, con una crescita costante anche dei contenuti audio (il 61%), di musica in streaming e di un 25% che fruisce di podcast. A livello di piattaforme più utilizzate, in testa tra le preferenze degli italiani c’è ancora una volta YouTube, seguita da WhatsApp e Facebook, che almeno nel nostro Paese continua a dominare tra la famiglia dei social network. I motori di ricerca tradizionali restano la prima scelta per ciò che riguarda invece l’informazione, seguiti dai social network, divenuti ormai luoghi ideali, in particolar modo per il pubblico più giovane, e una fonte ideale dalla quale attingere per rimanere informati.
Il 2021 si presenta quindi come una naturale continuazione e accelerazione delle relazioni che le persone intrattengono attraverso i canali digitali, preferiti ad altre forme di comunicazione. Si spera che questa linea di continuità comunicativa ormai presente da alcuni anni, rappresenti non un’eliminazione del senso, specificità dell’essere umano, ma una tendenza generale nella quale l’individuo possa ancora rappresentare il fulcro di un nuovo illuminismo epistemologico. L’industrializzazione delle notizie a opera di algoritmi onnipresenti nelle vite digitali di miliardi di utenti e la conseguente fabbricazione di notizie tendenzialmente false o di verità alternative, ci pone di fronte a uno scenario nel quale siamo chiamati a un senso (!) di responsabilità dei nostri atteggiamenti messi in atto in uno stato di cose in cui l’infodemia opera ancora su un Homo Distractus preda dei “mercanti dell’attenzione”.