Il sonno della ragione genera mostri
Per indole sono portata al misterioso, all’arcano, perché sono attratta dalle cose dell’alto, perciò non mi sento di infierire sugli esagitati dell’assalto al Campidoglio in America, piuttosto mi chiedo perché si è arrivati a questo anche se ho una mia risposta: la mancanza del limite, crea caos e confusione e spero che ognuno torni alle proprie case. Sono profondamente addolorata e basita, anche per queste persone “complottiste” che non sanno quello che fanno, scendono in piazza duri e puri non rendendosi conto che fanno del male anche a sé stessi.
Il mio è un grido, perché ma perché questa mancanza di realtà? Sono la prima che si rifugia in Dio. Il 6 gennaio scorso ha reso questo gesto ancora più triste. Sono la prima che cerca tra le cose più strane, le cose più pazzesche ma questi sono sogni, illusioni, perché, ipotesi, ciò che resta del meraviglioso e del fantastico nella realtà dei giorni è il comportarsi in modo corretto rispettando le leggi.
Ma cielo: Socrate ha accettato la morte, non è fuggito, non si è salvato perché le leggi sono universali, si devono rispettare, Kant lo ribadiva e ha scritto tomi sul senso della ragione eppure poco dopo è iniziata una selva di rivoluzioni che hanno creato danno non libertà, ma danno e morte e regresso e carestie, anche se la storia le presenta come acquisizione dei diritti, non è vero: “La fantasia priva della ragione genera mostri impossibili: unita a lei è madre delle arti e origine di meraviglie Quando gli uomini non ascoltano il pianto della ragione, tutto muta in visione“. (Francisco Goya)
Paola Tassinari
Morti che non accettano la morte…in politica accade
Gli accadimenti li conosciamo tutti… sono finiti sotto l’occhio del pianeta immediatamente. La tecnologia ha consentito che si potesse vedere in presa diretta, assistere all’ennesima fenomenologia della regressione di stadi evolutivi, che ci si ostina a voler affermare essere una condizione presente allo stato diffuso, un traguardo di cui il genere umano possa dichiararsi fiero.
Ancora una volta la cronaca racconta un’altra storia. Una storia di sangue scritta con l’inchiostro di una barbarie ancestrale imbevuta dell’ottusità tipica di esseri (consentitemi di non ascriverli al genere umano) impermeabili ad ogni valore, sia questo della mente o dello spirito è ininfluente.
Ancora una volta, dopo millenni dalla prima apparizione del “sapiens”, la terra raccoglie sangue versato a causa della endogena presenza di uno o più di quelli che un ordinamento, ispirato ai principi della fraternità maturato all’indomani di una condanna alla crocifissione di un innocente, ha voluto cristallizzare nella definizione di vizi capitali, ergendoli a leggi oltre che a moniti sanciti con la pena della dannazione eterna.
Fino alle soglie dell’Illuminismo bastavano tali richiami (alla carità e all’amore per il prossimo) per contenere l’esponenzialità delle derive, aliene ai “sapiens”.
In verità, le rapacità e le crudeltà hanno fatto sempre parte della storia… il privilegio stava nel contenimento spazio-temporale dell’orrore, riservato a vittime e spettatori in presa diretta.
I media oggi offrono a tutti uno spettacolo in prima fila a gittata planetaria (seppure filtrato opportunamente a seconda dei canali – CNN e RAI ex multis – per inoculare un codice persuasivo rationae personae… ma questa è altra storia e transeat…). E in tutta la sua scellerata dimensione. D’altra parte, non esiste nel nostro oggi l’efficacia contrattuale del rapporto con Dio (che fosse il Dio biblico degli eserciti o il Dio misericordioso del Cristo poco importa) che vigeva in altre epoche lontane.
Fino alle soglie del ‘900 la giustizia di Dio che c’era e arrivava poteva rappresentare un potente antidoto di fronte all’efferatezza degli umani costumi e della politica stessa.
Ciò che può indirizzare oggi i sapiens è l’ideologia. Dico: può. Perché anche l’ideologia ha il suo linguaggio e lo esprime attraverso i suoi strumenti, che sono sempre meno quelli della cultura costruita attraverso lo studio della fonte da cui origina. Altri si arrogano il ruolo di comunicatori e tanta efficacia hanno, a seconda del peso nella collettività, gli influencer.
D’altra parte, l’evoluzione storica dei modelli politico-amministrativi consente la libertà di opinione come diritto inalienabile, come fondamento teorico della democrazia. Lo consente da oltre due secoli per essere stata dichiarata in una federazione di Stati nel lontano 1776, all’indomani di una dichiarazione d’indipendenza. In quel Paese (gli USA) al quale da allora tutto il mondo ha sempre voluto guardare come archetipo della traduzione dei dogmi della democrazia in verità concreta, come simbolo, direi quasi apostolico della democrazia, proclamata da un’assemblea di uomini, espressione di una collettività di cui ciascuno era cointeressato al benessere.
Si consacrava con essa l’era moderna, la fine della rapacità e della crudeltà, della ferocia nella difesa dei privilegi di casta, degli scandali amministrativi?
Sarebbe così nata l’era del buon governo – che in un’epoca dominata dalla Ragione avrebbe equivalso (consentitemi l’azzardo morale) a necessità di “poco governo”, in cui la natura umana avrebbe abdicato la tendenziale propensione all’egoismo, all’egocentrismo, alla perfidia, all’odio, alla vendetta, alla persecuzione in nome di un Bene comune, in una fioritura di rettitudine in cui fratellanza finisce con l’essere espressione di un linguaggio religioso per divenire espressione laica del collante che lega gli uomini nel pacifico convivere?
Sarebbe così divenuta reale la democrazia ideale di platonica teorizzazione, l’archetipo dello Stato perfetto?
Voglio pensare che i padri della Dichiarazione americana d’indipendenza fossero animati dalla volontà di distruggere i dispotismi e tutti i meccanismi di affermazione depravata del potere basati sull’arroganza di affermare interessi propri in alvei perniciosi o simoniaci o, peggio, sulle franchigie elettorali.
Voglio pensare che non abbiano mai più a ripetersi fatti quali quelli perpetrati dalla trumpbanda di gentaglia nichilista che il 6 gennaio a Whashington ha assalito Capitol Hill facendo scempio di uomini (5 morti) e della democrazia (la volontà di un popolo espressa attraverso le elezioni)
Voglio credere nella presa di coscienza collettiva che, dalle ceneri delle mostruosità e dei mostri che le hanno generate, risorga la Ragione. Quando un organismo creato per una determinata funzione fallisce lo scopo, o lo raggiunge, e diventa inutile, scaduto, il destino o la natura lo elimina al più presto. Può trascinarsi, anno più anno meno, se speciali contingenze lo permettono ma a breve scadenza lo attende la fine.
In politica, i morti che si credono vivi ci sono più di quanto non si creda.