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WEEKEND A BUDAPEST

La chiamano “la Parigi dell’Est” e adesso capisco il perché. Come la capitale francese, Budapest sa essere raffinata e romantica, ma anche divertente e instancabile. Visitarla, infatti, equivale a vedere due città con un unico viaggio. Vi basterà attraversare uno dei suoi tanti ponti per passare dalla tranquilla e classica Buda alla dinamica e frenetica Pest e scoprire una città completamente diversa.

Il mio weekend a Budapest è stato un continuo passaggio dall’una all’altra realtà, assaporandone tutti i pregi e difetti.

Vi descriverò il mio viaggio, sperando che possa esservi d’aiuto o, quantomeno, d’ispirazione.

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In città mi sono spostata prevalentemente a piedi e con la metropolitana: è comoda, veloce e raggiunge tutti i punti di interesse della città.

Budapest è una città grande, in cui le attrazioni sono distanti tra loro; per questo consiglio di prendere in considerazione l’acquisto di un abbonamento per i mezzi pubblici, a meno che non abbiate intenzione di sfruttare la Budapest Card come ho fatto io: in questo caso i trasporti sono compresi nel prezzo della card.

VENERDI’

Dedico il mio primo pomeriggio in città a una passeggiata per il quartiere di Belvàros. Percorro Vaci Utca, la via del Corso di Budapest.

Prima di andare a cena, faccio una piccola deviazione per vedere il Danubio: per pura casualità mi ritrovo davanti al Ponte delle Catene, uno dei simboli della città, anche perché è stato il primo ad unire Buda e Pest.

A cena resto nel quartiere di Belvàros e mi fermo a Ruben Etterem, un ristorantino che propone cucina tradizionale ungherese leggermente rivisitata in chiave moderna, dove mangio molto bene.

SABATO

La sveglia suona prestissimo e, dopo una veloce ma succulenta colazione al Madal Cafè, prendo la metro in direzione Batthyàny tèr.

Appena uscita dalla stazione della metropolitana, resto senza fiato: proprio davanti a me si erge il Parlamento in tutta la sua imponenza.

Dedico la mattinata all’esplorazione della zona del Castello di Buda, l’anima più antica e placida della città.

La mia prima tappa è il Bastione dei Pescatori, una fortezza in stile neogotico e romanico, che in realtà non ha mai avuto una funzione difensiva. Resta comunque uno dei punti più fotogenici della città, tant’è che consiglio di arrivare molto presto al mattino se si vuole scattare qualche foto in tranquillità.

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Alle spalle del Bastione dei Pescatori, c’è la maestosa Chiesa di Mattia Corvino, con le sue meravigliose guglie gotiche, che custodisce al suo interno vetrate e dipinti di numerosi artisti ungheresi.

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A poche centinaia di metri dalla Chiesa, si trova l’Ospedale nella roccia, un ospedale militare ricavato nella roccia, utilizzato sia durante la Seconda guerra mondiale che successivamente, durante la rivoluzione del 1956, per curare civili e soldati feriti.

Il nosocomio è, oggi, un museo visitabile.

Altro punto di interesse imperdibile di Buda è il Castello (o Palazzo reale), uno dei simboli della città. Si tratta dell’edificio che fu la residenza dei reali ungheresi, che oggi ospita il Museo storico di Budapest e la Galleria nazionale ungherese.

Per scendere dalla collina di Buda si può salire sulla storica funicolare Budavari Sikló.

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A pochi metri dal Parlamento, mi imbatto in 60 paia di scarpe di bronzo, che si trovano davanti al Danubio.

Questo è indubbiamente il memoriale più toccante che abbia mai visto: simboleggia le scarpe che uomini, donne e bambini ebrei furono costretti a sfilarsi prima di essere fucilati e gettati nel fiume dai nazisti delle Croci Frecciate, come se la vita di questi esseri umani valesse delle scarpe che portavano ai piedi.

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Superata la forte commozione procedo verso il Parlamento, uno degli edifici più eleganti che abbia mai visto. E’ stato costruito a cavallo tra Ottocento e Novecento, traendo ispirazione dal Parlamento inglese e dalla Cattedrale di Colonia e combinando tra loro diversi stili architettonici. Una curiosità: il Palazzo del Parlamento è alto 96 metri, numero che rappresenta la conquista della città da parte delle tribù magiare, avvenuta nel 896.

Il Parlamento può essere visitato all’interno, con visita guidata, che consiglio di prenotare, onde evitare di non trovare posto.

Subito dopo, mi sono diretta verso la Basilica di Santo Stefano, un altro simbolo di Budapest che merita una visita. E’ possibile anche salire sulla cupola, dalla quale c’è una splendida vista sulla città. Anche questo edificio, come il Parlamento, raggiunge un’altezza di 96 metri, a simboleggiare l’equilibrio tra potere temporale e spirituale.

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Riprendo la metropolitana e scendo a Fővám tér, che si trova proprio di fronte al Mercato Centrale, un fantastico mercato coperto in cui è possibile sia acquistare prodotti locali che assaggiare street food ungherese. Gusto degli ottimi làngos, dei dischi di pasta lievitata fritta, simili a delle pizze fritte.

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Per smaltire il pranzo, che non è stato proprio dietetico, attraverso il Ponte della Libertà e inizio a salire sulla Collina Gellèrt, il luogo che più ho amato di Budapest.

Ormai saprete quanto amo osservare le città dall’alto e questa collina, che arriva a toccare i 235 metri, dopo una bella scarpinata in salita, mi ha permesso di godere di un panorama mozzafiato.

Scendo dalla collina, mi imbatto nella particolare Chiesa nella Roccia, una piccola cappella scavata nella roccia, che però troviamo chiusa.

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Pronta per godermi il tramonto sul fiume a bordo di un battello!

La crociera dura un’ora e mi permette di veder la città da una prospettiva diversa, mentre la luce calda del tramonto illumina i suoi monumenti più importanti. E’ un’esperienza che consiglio assolutamente di fare, rigorosamente, all’ora del tramonto.

Riprendo la metro e torno a piazza Vörösmarty, dove, oltre a buttare un altro sguardo alle bancarelle natalizie, assaporo un the caldo nella storica pasticceria Gerbeaud, dove gusto una fetta dell’omonima torta, inventata proprio in questa pasticceria.

Per cena mi dirigo nel quartiere ebraico, in un ristorante consigliato dalla Lonely Planet, Barack and Szilva, dove ho assaggiato un gulash delizioso!

DOMENICA

Anche oggi la sveglia suona molto presto. Dopo aver fatto colazione nel carinissimo Blue Bird Café, la prima tappa è il Museo Nazionale Ungherese, nel quale sono raccolti ed esposti reperti e manufatti relativi alla storia dell’Ungheria, dalle sue origini fino al XX secolo. E’ stata una visita molto interessante, utile per capire la storia di uno Stato su cui, ammetto, di non essere stata molto informata.

Dedico il resto della mattinata ad un giro del quartiere ebraico, che nei giorni precedenti avevo visto solo di sera. Ammiro subito la splendida Grande Sinagoga, la più grande d’Europa.

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Dopo una passeggiata in questa zona, vado a vedere il più famoso ruin pub di Budapest, Szimpla Kert, che la domenica mattina si trasforma in un vivace mercato.

Cosa sono i ruin pub? Sono edifici abbandonati che, a partire dagli anni 2000, sono stati occupati e trasformati in locali clandestini, conosciuti con il passaparola. Il successo riscosso, però, ha portato ben presto alla loro regolamentazione, rendendoli delle vere e proprie attrazioni turistiche della città. Ciò che rende Szimpla Kert davvero unico al mondo è l’arredamento, kitch, eclettico e a tratti assurdo, cui hanno contribuito tanti artisti di strada o aspiranti tali.

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Quasi adiacente a Szimpla, c’è Karavan, uno spazio interamente dedicato allo street food. Gli amanti del cibo di strada non possono non pranzare in questo posto, dove sono riuniti tantissimi food truck, ognuno dei quali propone un tipo di cucina diversa: da quella ungherese, a quella italiana, messicana, thailandese ecc.

Il mio viaggio termina qui. Lascio Budapest con gli occhi pieni di meraviglia, felici e stupita di aver scoperto una città preziosa, ricca di storia e di arte.

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Data:

26 Gennaio 2021