Come consuetudine vuole, nei giorni scorsi, è stata celebrata la Giornata internazionale delle “Forze di Pace”.
Istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con Risoluzione 57/129 (2002), la ricorrenza umanitaria si prefigge di rendere omaggio a tutti gli uomini e le donne che prestano servizio per il mantenimento della pace. Ma anche per tenere viva la memoria di quegli oltre 3000 “peacekeepers” che hanno perso la vita in operazioni (cosiddette) di pace. Nel corso della sua storia, infatti, sono più di 3.200 i “caschi blu” caduti per la pace: 106 dei quali -tra uomini e donne- morti nel solo 2013. Un’occasione doverosa, quindi, e dovuta a quegli intrepidi 111.000 operatori di pace attualmente dislocati nelle ostiche e perigliose 17 missioni disseminate in alcuni degli ambienti più instabili e pericolosi del mondo. Operazioni sostenute e che ricevono contributi militari e di polizia nonché di personale da 122 Stati membri. Un numero impressionante di Paesi che ben riflette la forte fiducia che globalmente viene riposta nelle Nazioni Unite Peacekeeping come strumento per la sicurezza collettiva. Nel corso delle celebrazioni indette presso la sede delle Nazioni Unite, il Segretario Generale Ban Ki-moon ha deposto una Corona di Alloro al Monumento ai Caduti e presieduto la cerimonia per la consegna della Medaglia “Postuma” concessa ai militari ed al personale Civile e di Polizia che hanno perso la vita nel 2013. < Il nostro obiettivo -ha concluso il Segretario Generale- è di garantire che il peacekeeping sia un investimento redditizio che porta enormi benefici e, soprattutto… salva la vita.>> Durante lo scorso anno, il Consiglio di Sicurezza ha istituito due operazioni di mantenimento della pace, rispettivamente in Mali e nella Repubblica Centrafricana. Per quanto riguarda, invece, le sfide del domani, le N.U. si stanno impegnando per il perfezionamento della logistica e delle pratiche amministrative; per la miglior protezione dei civili; per l’aumento della rappresentanza delle donne tra le sue fila; per il rafforzamento delle infrastrutture e per il miglior impiego del personale. Tra i provvedimenti più immediati, è previsto l’implemento di nuove tecnologie mediante l’approvvigionamento di veicoli e aerei disarmati, senza equipaggio ed il rafforzando della partnership con le organizzazioni regionali.