In un colloquio con un gruppo di giornalisti internazionali, tra cui rappresentanti della BBC, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto in maniera categorica a una domanda cruciale sul conflitto che ormai dura da oltre tre anni. Le sue parole, pronunciate con fermezza, non lasciano spazio a interpretazioni: “Putin morirà presto, è un dato di fatto. E tutto finirà.” Una dichiarazione carica di determinazione, che pone l’accento sull’età del presidente russo, 72 anni, e che riflette lo stato d’animo di un leader impegnato a mantenere la speranza e la resistenza del suo Paese.
Zelensky, che si è espresso nel corso di un confronto diretto con la stampa, ha fatto il punto sulla situazione attuale del conflitto e sui negoziati in corso per una tregua, tracciando un bilancio provvisorio delle trattative e delineando le sfide ancora aperte.
I Negoziati di Riad: Prospettive e Scetticismo
I colloqui svoltisi recentemente in Arabia Saudita, con la partecipazione degli Stati Uniti che hanno dialogato separatamente con le delegazioni di Kiev e Mosca, hanno aperto uno spiraglio per una tregua parziale. Gli incontri hanno riguardato principalmente la protezione delle infrastrutture energetiche e la situazione nel Mar Nero, entrambe questioni di cruciale importanza per la sicurezza e la stabilità regionale.
Zelensky, tuttavia, non ha nascosto il proprio scetticismo sulla reale efficacia degli accordi. Pur esprimendo gratitudine agli Stati Uniti per il loro ruolo mediatorio, il presidente ucraino ha sottolineato che il cessate il fuoco proposto per il Mar Nero dipende ancora troppo dalle condizioni dettate dalla Russia. “Noi speriamo che nel Mar Nero gli americani assicurino un cessate il fuoco senza condizioni,” ha affermato Zelensky, ribadendo la necessità di garanzie internazionali solide e affidabili.
La Linea Rossa delle Sanzioni
Uno dei punti più controversi riguarda la richiesta della Russia di collegare la tregua nel Mar Nero alla rimozione di sanzioni economiche, in particolare nei confronti delle banche russe. Zelensky, su questo punto, è stato irremovibile: “Le sanzioni alla Russia devono rimanere in vigore ed essere rinforzate.” Per il presidente ucraino, la pressione economica rappresenta un elemento fondamentale per limitare le capacità belliche di Mosca. “Solo la diplomazia basata sulla forza è efficace,” ha aggiunto Zelensky, convinto che “l’unico linguaggio che la Russia capisce è quello della forza.”
Territori Occupati: Nessuna Cessione
Un altro tema cruciale emerso nelle ultime settimane è quello dei confini e dei territori occupati. Il presidente americano Donald Trump ha recentemente ventilato l’ipotesi che l’Ucraina debba accettare la cessione dei territori parzialmente occupati dalla Russia, tra cui le regioni di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Una proposta che Zelensky ha categoricamente respinto: “Non cederemo mai alla Russia i nostri territori occupati. Queste terre appartengono agli ucraini.”
Il presidente ucraino ha ribadito la volontà di recuperare le regioni occupate, pur riconoscendo che il processo potrebbe richiedere tempo. “Quando le riavremo? Probabilmente non subito. Potrebbe essere necessario farlo per via diplomatica,” ha dichiarato, lasciando intendere che Kiev continuerà a perseguire ogni strada possibile per ristabilire la propria sovranità territoriale.
Conclusioni: Speranze e Determinazione
Le parole di Zelensky riflettono lo spirito di un leader determinato a difendere il proprio Paese, anche in un contesto segnato da incertezze e sfide diplomatiche. La sua fermezza sul mantenimento delle sanzioni e sul rifiuto di cedere territori sottolinea la resilienza dell’Ucraina di fronte all’aggressione russa.
Nel frattempo, il ruolo degli Stati Uniti e della comunità internazionale resta cruciale per cercare di costruire una pace duratura. Ma il percorso verso la fine del conflitto è ancora lungo, e le condizioni poste dalla Russia alimentano dubbi e tensioni. Zelensky, dal canto suo, continua a esprimere gratitudine per il sostegno ricevuto, ma ribadisce che “la diplomazia deve funzionare” e che sarà fondamentale mantenere alta la pressione su Mosca. “Non ci fidiamo di loro, e francamente il mondo non si fida della Russia,” ha concluso Zelensky.
Il conflitto in Ucraina, con le sue drammatiche conseguenze umanitarie e geopolitiche, resta una delle più grandi sfide del nostro tempo. E le parole di Zelensky, dure e inequivocabili, lasciano intendere che il cammino verso la pace sarà ancora lungo e complesso.