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ZELENSKY NON SI PIEGA A TRUMP – L’Ucraina non svende le sue risorse minerarie – Macron e Starmer da Trump

Volodymyr Zelensky non si piega alle pressioni di Donald Trump e l’Ucraina non intende cedere le sue risorse minerarie alle condizioni proposte dagli Stati Uniti. A tre anni dall’inizio della guerra con la Russia, il presidente ucraino ribadisce una posizione ferma in un momento cruciale. Mentre il dialogo tra USA e Russia potrebbe delineare il percorso per porre fine al conflitto, Zelensky, a Kiev, si confronta con leader europei presenti in loco e con altri collegati online: “Tredici partner saranno qui, altri 24 online. Potrebbe essere una svolta”.

Zelensky: “Pronto a Lasciare se Serve per la Pace”

In una lunga conferenza stampa, Zelensky ribadisce le priorità per il suo paese. “Lascerei la presidenza per la pace? Sì, sarei felice, se fosse per la pace in Ucraina. Se serve che io lasci il mio posto, sono pronto a farlo e posso farlo anche in cambio dell’adesione della Nato all’Ucraina”, afferma. Il futuro dell’Ucraina è strettamente legato al rapporto con gli Stati Uniti e con Trump, che negli ultimi giorni ha usato toni durissimi, definendo Zelensky un “dittatore senza elezioni”. A queste accuse, Zelensky risponde: “Qualcuno si sentirebbe offeso dalla parola dittatore se fosse tale. Io non lo sono. Sono il presidente legalmente eletto”.

No all’Accordo Proposto da Trump

Le tensioni tra Kiev e Washington sono legate all’accordo sulle terre rare. Trump cerca un risarcimento dopo le risorse che gli USA hanno messo a disposizione dell’Ucraina: Washington avrebbe speso 350 miliardi e ora punta a un’intesa da 500 miliardi per assicurarsi il tesoro del sottosuolo ucraino. “Giacimenti, petrolio, qualsiasi cosa”, è il menù di Trump. Tuttavia, gli USA avrebbero voluto archiviare la pratica da giorni, ma Zelensky fa muro e non ha intenzione di svendere le risorse e il futuro del paese. “Dobbiamo incontrarci e parlare con Washington. Penso che questo incontro debba essere equo, cioè avvenire prima che Trump incontri Putin”, dichiara Zelensky. “So che abbiamo ottenuto 100 miliardi in aiuti dagli Stati Uniti, non dirò sì all’intesa da 500 miliardi, a prescindere da quello che viene detto. Non firmerò qualcosa che 10 generazioni di ucraini dovranno pagare. Un aiuto non è debito, su questo c’era un accordo con Biden”, afferma.

La richiesta principale al presidente degli Stati Uniti è chiara: “Voglio che Trump capisca molto bene la nostra posizione, le garanzie di sicurezza da parte di Trump sono molto necessarie”. L’accordo sulle risorse è possibile, ma Kiev ha bisogno di certezze e garanzie per la propria sicurezza, soprattutto dopo l’esplicito ‘no’ americano all’ingresso dell’Ucraina nella NATO.

Macron e Starmer a Washington

La causa di Zelensky verrà sostenuta a Washington da due ambasciatori d’eccezione: il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer. “Dopo le discussioni degli ultimi giorni con i colleghi e gli alleati europei, siamo impegnati a garantire che la pace ritorni in Ucraina in modo giusto, solido e duraturo e che la sicurezza degli europei sia rafforzata durante tutti i futuri negoziati”, dichiara Macron.

Starmer, altrettanto determinato, aggiunge: “Nessuno vuole che lo spargimento di sangue continui, men che meno gli ucraini. Ma dopo tutto quello che hanno sofferto e per cui hanno combattuto, non si può discutere dell’Ucraina senza l’Ucraina, e il popolo ucraino deve avere un futuro sicuro e a lungo termine. Ho visto di persona la devastazione che il presidente russo Vladimir Putin ha causato. Ricordate le mie parole: quello che ho visto mi rende ancora più determinato a difendere l’Ucraina”.

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Data:

24 Febbraio 2025

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