An eclectic, erudite character, with multiple interests ranging from music to literature, from painting to theater, Alberto Savinio (Andrea De Chirico) – 1891-1952 – represents the figure of an intellectual of extraordinary complexity, capable of making disciplines dialogue and weave humanities in a visionary and avant-garde language.
The exhibition “Savinio. Enchantment and myth “at the National Roman Museum of Palazzo Altemps from 8 February to 13 June 2021 highlights, through about 90 works selected from paintings and graphic works from public institutions and private collections, the multiple interests of the artist ranging from music to literature, from painting to theater.
The paintings on the walls create surprising short circuits, suggesting new affinities in a game of free and original correspondences and agreements, not only with the classical statuary but also with the fresco decoration of the spaces of Palazzo Altemps. The works on display highlight, through key themes and moments, the particularity of a poetic that associates and combines ancient and modern, aesthetics and irony, memory and fantasy in a global perspective that is now highly topical.
The game, the illusory and chimeric structures and plots, the past civilizations and the auroral eras, the deconstruction of legendary and mythical tales, the kaleidoscopic images that break the visual balance in unexpected and dazzling compositions, become the clues to follow in the spaces of the noble floor of the Museum. An aristocratic residence where already in the sixteenth century there was a rich collection of ancient sculpture in a magnificent architectural setting, Palazzo Altemps is the seat of the National Roman Museum dedicated to the history of collecting.
Located a few steps from Piazza Navona, near the left bank of the Tiber, in Campo Marzio, the first nucleus of the building was built in the 15th century by the will of Girolamo Riario, lord of Imola, ambitious nephew of Pope Sixtus IV. Passed to another property, in 1568 the building was purchased by Cardinal Marco Sittico Altemps, of Austrian origin, nephew of Pope Pius IV. The cardinal established his residence there which, enlarged and embellished with pictorial decorations, was made worthy of rank by arranging – according to the taste of the time – the magnificent collection of antiquities and the precious book collection.
The Altemps lived there for a long time, until the mid-nineteenth century when, for the case of widowhood and falling in love, the property passed on to Giulio Hardouin, father of Duchessina Maria who in 1883 married Gabriele in the church of S. Aniceto in Palazzo Altemps D’Annunzio. At the end of the century the building was sold to the Holy See which assigned it to the Pontifical Spanish College. In 1982 the first act of the acquisition of Palazzo Altemps by the Italian state; a long and rigorous restoration culminates in the great success of the opening of the museum to the public in December 1997. The completion of the acquisition (2006) and of the restoration work allows the entire building to be presented to visitors today.
The Museum of Palazzo Altemps houses absolute masterpieces of ancient sculpture belonging to famous and highly valuable noble collections that have come under state ownership. The exhibition aims to integrate – in a harmonious combination – the marbles in the decorative context of the rooms, having in mind and proposing solutions adopted in the arrangement of the antique collections. The tour, on two floors, reveals a succession of decorated rooms, a tangle of stairs and corridors that lead from discovery to discovery.
The statues and reliefs of the Altemps, Boncompagni Ludovisi, Mattei, Del Drago collections, the Jandolo, Veneziani, Brancaccio sculptures, the Egyptian collection, the famous Pallavicini Rospigliosi frescoes, the works from exceptional finds and recovered from the antique market, are joined by the countless archaeological collection of Evan Gorga, an eccentric collector of the early twentieth century. With an interesting change of pace, you pass through the sixteenth and seventeenth-century collections to find yourself among the minute materials that testify to the archeology collecting of the modern era
Savinio. Incanto e Mito
La grande mostra presso Palazzo Altemps a Roma
Personaggio eclettico, erudito, dai molteplici interessi che spaziano dalla musica alla letteratura, dalla pittura al teatro, Alberto Savinio (Andrea De Chirico) – 1891-1952 – rappresenta la figura di un intellettuale dalla complessità straordinaria, capace di far dialogare e intessere le discipline umanistiche in un linguaggio visionario e all’avanguardia.
La mostra “Savinio. Incanto e mito” al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps dall’8 febbraio al 13 giugno 2021 mette in luce, attraverso circa 90 lavori selezionati tra dipinti e opere grafiche provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private, i molteplici interessi dell’artista che spaziano dalla musica alla letteratura, dalla pittura al teatro. I dipinti sulle pareti creano cortocircuiti sorprendenti, suggerendo nuove affinità in un gioco di corrispondenze e accordi liberi e originali, non solo con la statuaria classica ma anche con la decorazione a fresco degli spazi di Palazzo Altemps.
Le opere esposte mettono in risalto, attraverso temi e momenti fondamentali, la particolarità di una poetica che associa e coniuga antico e moderno, estetica e ironia, memoria e fantasia in un’ottica globale oggi di grande attualità. Il gioco, le strutture e trame illusorie e chimeriche, le civiltà passate e le epoche aurorali, la decostruzione dei racconti leggendari e mitici, le caleidoscopiche immagini che spezzano l’equilibrio visivo in composizioni inattese e folgoranti, diventano gli indizi da inseguire negli spazi del piano nobile del Museo.
Dimora aristocratica dove già nel Cinquecento trovava posto – in una magnifica scenografia architettonica – una ricca collezione di scultura antica, Palazzo Altemps è la sede del Museo Nazionale Romano dedicata alla storia del collezionismo. Situato a pochi passi da Piazza Navona, in prossimità della riva sinistra del Tevere, in Campo Marzio, il primo nucleo del palazzo fu edificato nel XV secolo per volontà di Girolamo Riario, signore di Imola, ambizioso nipote di papa Sisto IV.
Passato in altra proprietà, nel 1568 l’edificio fu acquistato dal cardinale Marco Sittico Altemps, di origine austriaca, nipote di papa Pio IV. Il cardinale vi stabilì la propria residenza che, ampliata e impreziosita di decorazioni pittoriche, fu resa degna di rango col sistemarvi – secondo il gusto dell’epoca – la magnifica collezione di antichità e la preziosa raccolta libraria. Vi dimorarono a lungo gli Altemps, fino alla metà dell’Ottocento quando, per il caso di vedovanze e innamoramenti, la proprietà passò in eredità a Giulio Hardouin, padre della duchessina Maria che nel 1883 sposò nella chiesa di S. Aniceto a Palazzo Altemps Gabriele D’Annunzio.
Alla fine del secolo il fabbricato fu venduto alla Santa Sede che lo destinò al Pontificio Collegio Spagnolo. Nel 1982 il primo atto dell’acquisizione di Palazzo Altemps da parte dello Stato italiano; un lungo e rigoroso restauro trova coronamento nel grande successo dell’apertura del museo al pubblico nel dicembre 1997. Il completamento dell’acquisizione (2006) e degli interventi di restauro permette di presentare oggi ai visitatori l’edificio nell’intero. Il Museo di Palazzo Altemps ospita capolavori assoluti di scultura antica appartenenti a collezioni nobiliari famose e di grande pregio pervenute in proprietà statale. L’allestimento punta a integrare – in una combinazione armonica – i marmi nel contesto decorativo delle sale, avendo in mente e riproponendo soluzioni adottate nella sistemazione delle raccolte antiquarie. Il percorso di visita, su due piani, svela una successione di sale decorate, un intrico di scale e corridoi che conducono di scoperta in scoperta.
Alle statue e ai rilievi delle collezioni Altemps, Boncompagni Ludovisi, Mattei, Del Drago, alle sculture Jandolo, Veneziani, Brancaccio, alla raccolta egizia, ai celebri affreschi Pallavicini Rospigliosi, alle opere provenienti da rinvenimenti eccezionali e recuperate dal mercato antiquario, si affianca l’innumerabile raccolta archeologica di Evan Gorga, eccentrico collezionista d’inizio Novecento. Con un interessante cambio di passo, si trascorre tra le raccolte cinquecentesche e seicentesche per ritrovarsi tra i materiali minuti che testimoniano del collezionismo di archeologia dell’epoca moderna.
