Il Re Sole ovvero Luigi XIV di Borbone (1638 -1715), per motivi politici, pretese che i nobili lo seguissero nel parco giochi di Versailles: avrebbero condiviso la regalità-potere del re stando insieme a lui e allo stesso tempo degli affari dei loro possedimenti se ne sarebbe interessato Luigi XIV, evitando così possibili competizioni al potere costituito. Si viveva assieme, ci si divertiva assieme, soprattutto coi tavoli da gioco, le danze, le passeggiate e si mangiava assieme… il re era generoso e i banchetti erano ricchi e abbondanti con quattro o cinque portate inframezzate da entremets ovvero un’insalata, una verdura oppure un sorbetto o altre pietanze leggere.
Auguste Dominique Ingres -Molière al tavolo di Luigi XIV-1857
Il pranzo del re che si svolgeva nella sua camera, era assai informale in confronto alla pompa magna del banchetto serale o delle feste a tema che sovente si organizzavano con grande sfarzo. Ci è pervenuta la descrizione di una grande festa tenutasi a Versailles nel maggio del 1964.
Il re aveva chiesto a Molière di realizzare una sceneggiatura che trasformasse i giardini di Versailles nell’isola incantata descritta da Ariosto nell’Orlando furioso… si creavano banchetti ispirati dalle storie mitiche e mitologiche dalla letteratura.
Alessandro Allori- Il banchetto di Siface-1578-1582-Villa Medici-Poggio a Caiano
Dopo i balli e gli intrattenimenti del giorno, all’imbrunire vennero disposte le tavole che si riempirono di ogni ben di dio, si parla di sessanta portate, il tutto innaffiato da pregiati vini serviti in eleganti bicchieri di cristallo di Boemia o vetro di Venezia.
Non solo il cibo era abbondante, di qualità e servito con etichetta e allo stesso tempo con sfarzo, grande importanza era data alla preparazione della tavola, tovaglie finissime coi tovaglioli piegati in diverse forme, e alle stoviglie che spesso erano d’argento o in maiolica, mentre per il re e la regina erano d’oro.
Arredamento in stile Luigi XIV
Fu nella corte di Francia, che fu introdotto l’uso di una nuova bevanda che conquistò un posto d’onore fra le prelibatezze del palato, fu infatti la consorte di Luigi XIV, l’Infanta di Spagna Maria Teresa che portò a corte la novità arrivata dalle terre del Nuovo Mondo… la cioccolata.
I pranzi e le cene erano accompagnati da musica e canti, si mangiava con le mani ma si incominciava a parlare di etichetta; nel XVI secolo Giovanni Della Casa arcivescovo e scrittore scrisse “Il Galateo” un manuale dove spiegava i comportamenti e i modi da tenere nell’ambiente di corte. Le buone maniere sono proprie del nobile che lo distinguono dal rustico e dalla villania del popolo e del popolaresco. I convenevoli, le carinerie delle dame e dei cavalieri erano anche ricchi di simboli e significati e prevedevano una gerarchia, ad esempio porgere il tovagliolo al re stava alla persona più altolocata e solo le dame nobili potevano baciare la mano del re, le altre potevano solo sfiorare con le labbra il fondo dell’abito.
Willem Pietersz Buytewech-Banchetto all’aria aperta- 1615-Staatliche Museen- Berlino
Dopo la metà del Seicento in Francia fiorì una passione naturista, possiamo interpretarla odiernamente in chi oggi coltiva pomodori e verdure in terrazzo, quasi come se l’eccesso gastronomico portasse in contrapposizione il desiderio di ciò che non c’è più, la tradizione e la semplicità.
Maestro dei dolciumi -Paggio con piatto di dolci-1670 circa
A creare il piacere del giardinaggio e della cucina fai da te, fu Nicolas de Bonnefons, un appassionato agronomo che nel 1651 scrisse un manuale, “Il giardiniere francese”, che ebbe molto successo.
Bonnefons insegnava a coltivare alberi da frutto, verdure e erbe e spiegava come conservare la frutta e preparare tutti i tipi di marmellate e di conserve.
Nel manuale non mancano ricette con la frutta secca, marzapani e altri dolci; il gusto del dolce piace a tutti, soprattutto accompagnato da caffè e cioccolata e poi vi sono le ultime novità come i gelati e lo champagne…
Dom Perignon nel 1688 inventò il metodo champenoise.