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POLITICA, ECONOMIA E GIUSTIZIA

Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo una nota del Dott. Antonino di Renzo Mannino, Vice Presidente Vicario della Ass.ne Naz.le dei GdP.

Il tema è stato oggetto di un cenacolo promosso dalla Aprom, Associazione per il Progresso del Mezzogiorno che si è tenuto a Capri il 6 e 7 ottobre scorso.

cms_7429/2.jpgAprom presiduta dal Prof. Pasquale dell’Aversana vede il sodalizio, da anni, affrontare tematiche volte a studiare le criticità del nostro paese al fine di sensibilizzare la politica a considerare le possibilità di valutare e promuovere iniziative che siano utili per il tessuto sociale italiano.L’assise ha visto una eloquente presentazione del Prof.Pasquale Dell’Aversana che ha riassuto e focalizzato gli interventi svolti nel tempo e che hanno visto coinvolte personalità ed Autorità di primo piano del sistema Italia. La particolarità dell’incontro era concentrata sulla giustizia ovvero sul fatto che una giustizia efficiente può contribuire ad alleviare il peso economico pubblico. Uno studio della Banca d’Italia, ipotizzava una incidenza della giustizia sul PIL di un 1 punto.

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La discussione dell’incontro ha visto partecipare una qualificata presenza di Magistrati, di Avvocati e di Docenti Universitari.

Sulla Magistratura Ordinaria è intervento il Cons. di Cassazione Carlo Fucci, per la giustizia amministrativa il Pres.Sergio Santoro, per quella contabile il Pres. Ermanno Granelli, per la giustizia Tributaria il Pres.Luigi Di Nosse, per l’Avvocatura Pubblica l’avv.Giuseppe Zuccaro.

Sulla base degli interventi vi sono stati contributi al dibattito da parte del Pres.Massimo Gallo, del Pres.Maurizio Furno della V sez. della Suprema Corte, del Pres.della Ass.Naz.dei GdP avv.Gabriele Di Girolamo per la Magistratura di Pace. Quest’ultimo ha evidenziato che affinchè la giustizia possa dare il suo contributo all’economia è necessario avere una politica lungimirante, autorevole, forte, idonea al ruolo che ricopre. Ha proseguito, in relazione all’efficienza della giurisdizione ordinaria, sia civile che penale, non si può fare a meno di evidenziare l’entrata in vigore della riforma della magistratura onoraria e di pace lo scorso agosto che, va in direzione opposta all’efficienza della giustizia. Preliminarmente è necessario dare due dati: nel corso del 2016, secondo i dati ufficiali del ministero della Giustizia, davanti agli uffici del G.d.P. sono stati iscritti circa 1.250.000 procedimenti civili; per dare un dato di riferimento nello stesso periodo davanti ai Tribunali sono stati iscritti circa 1.000.000 di procedimenti. E’ evidente che la magistratura di pace svolge una funzione giurisdizionale civile che copre circa il 53% di quella nazionale. Ebbene, con la riforma della magistratura onoraria e di pace la giurisdizione civile, attualmente moribonda, riceverà il colpo di grazia a partire dal 2021 allorquando la riforma entrerà a regime. Infatti, secondo questa legge voluta pervicacemente dal Ministro Orlando, la funzione giurisdizionale espletata dai magistrati di pace dovrà essere un hobby, cioè non può essere esercitata a tempo pieno, ma deve essere subordinata ad un’altra attività lavorativa del magistrato di pace; infatti questi eserciterà la propria funzione giurisdizionale solo quando ne avrà il tempo, in quanto per legge dovrà essere primaria la propria attività privata rispetto a quella pubblica. Inoltre, accanto a questo principio discutibile, la riforma prevede un aumento considerevole della competenza civile, tendente a svuotare i tribunali, e che possiamo quantificare nel 35% di quella dei tribunali, per cui la magistratura di pace avrà una giurisdizione civile di primo grado tra l’85% ed il 90%, ma senza che questa sia espletata a tempo continuativo. Tutto ciò a scapito sempre dell’utenza.

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Tornando alle conseguenze nefaste della riforma della magistratura di pace ed onoraria, fin da subito e da soli abbiamo preannunciato la morte della giustizia civile, oggi sappiamo anche la data del decesso: 16/08/2021. Eravamo e siamo stati per molto tempo da soli. Oggi hanno raggiunto le nostre posizioni anche varie istituzioni quali il Consiglio di Stato, il Consiglio Superiore della Magistratura, le Commissioni Parlamentari di giustizia, affari costituzionali e bilancio; un ampio pezzo della magistratura professionale, mi riferisco ai Procuratori della Repubblica e Presidenti di Tribunale; perfino AREA, quale componente maggioritaria dell’ANM, dopo aver contribuito a dare parere positivo alla riforma e su cui si è basata la volontà del Ministro Orlando, qualche mese dopo, è tornata sui suoi passi evidenziando le conseguenze negative della riforma, ormai tardivamente. Senza contare le istituzione europee, la cui Commissione Europea è in procinto di aprire un’infrazione nei confronti dell’Italia, le cui sanzioni verranno pagate dai cittadini italiani, a causa dell’arroganza e dell’inadeguatezza tecnica e politica del Ministro Orlando.

Gli aspetti evidenziati da Di Girolamo si raccordavano alle tematiche trattate, in sostanza si riassume, focalizzando, quanto emerso dagli interventi degli illustri relatori:

economia-giustizia: di chi il primato? Ebbene occorre evidenziare che se a prevalere è l’economia si scivola con evidenza in una oligarchia, se a prevalere è la giustizia si salvaguarda la democrazia ma se la giustizia non è efficiente si ha una giustizia di fatto negata. In questo contesto come possono gli investitori stranieri guardare al nostro paese sapendo che l’accesso comporta avere un “socio occulto” che è incidente per i 2/3 tra tasse e ammennicoli vari?

Forma e sostanza: per il caso concreto c’è il giudice, in ordine agli eccessi se prevale la forma si rischia di negare il diritto, se solo sostanzialista si pregiudica la garanzia.

E’ evidente che quanto sopra accennato non può prescindere da un doveroso equilibrio tra le varie realtà ed è in questa direzione che si persegue una giustizia valida ed efficiente.

Altro accenno fatto relativo al potere/ordine giudiziario è un tema dibattuto da tempo, la memoria porta a Costantino Mortati in relazione alla costituzione materiale e l’autorevole giurista riteneva la costituzione essere il progetto di società e di ordinamento che l’èlite vincente si dà. Ed è questo che dà luogo ad una costituzione formale come servente rispetto a quella materiale. Il dibattito nel tempo è stato alterno con posizione divise anche se “…il primo di tali princípi é quello dell’articolo 101 della Costituzione, in forza del quale “I giudici sono soggetti soltanto alla, legge”. Il secondo é quello dell’articolo 104, primo comma, alla cui stregua “La magistratura costituisce un ordine autonomo ed indipendente da ogni altro potere”. Le sottigliezze ci porterebbero fuori dal seminato e tornando ai lavori dell’assise in parola, occorre evidenziare che le scelte fatte nel tempo non sono state sempre migliorative, ad es.in principio l’art.186 cds (stato di ebrezza) fu assegnata al GdP che vedeva la stragrande maggioranza dei processi concludersi con l’oblazione con un pagamento di poco più di 1000 euro che l’erario incassava, poi per misteri ignoti (ma non troppo!) tale materia è stata trasferita alla competenza del Tribunale e l’erario ha perso un introito di rilievo. Quando si dice “la saggezza del legislatore”!

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Ancora si è evidenziato l’aspetto della informatizzazione degli uffici, il processo telematico ed i limiti che presenta assieme agli aspetti anche positivi ma, per la riforma della Magistratura Onoraria e di Pace si è rinviato al 2021 l’aumento della competenza ed al 2025 per altre singole materie, ebbene, vista la necessità di celerità e di rispettare i richiami europei in materia di giusto processo, perché non si è dato avvio comunque con le modalità che preesistevano al processo telematico, i tribunali si sarebbero da subito alleggeriti ed i GdP avrebbero potuto dare sin da subito un contributo in tal senso….la logica, la logica dov’è?

In sintesi: la politica è esercitata attraverso il politico che come diceva Cicerone, dovrebbe essere come l’ape che va di fiore in fiore prende il nettare e fa il miele ma, ancora più è eloquente è il richiamo che San Paolo fa della politica che ci dice essere “la massima espressione della Carità”, dunque è il ministero (il servizio e non il potere) la chiave ma, la incultura di oggi (la classe politica attuale non aiuta) porta alle incertezze che viviamo ed al disequilibrio tra la economia e la giustizia, la cui sintesi dovrebbe essere fatta dalla politica.

In conclusione i lavori del cenacolo sono forieri ed utili a sensibilizzare, formare ed informare, per assicurare un migliore futuro ai nostri figli e, per questo, un pensiero grato va al prof.Pasquale Dell’Aversana ed attraverso Lui a tutti i partecipanti, a vario titolo, per le interessanti argomentazioni trattate, sempre fiduciosi che il futuro potrà essere migliore.

Data:

11 Ottobre 2017